Olio della speranza. Omelia della messa crismale di. S. E. Mons. Ricchiuti

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"La Messa Crismale - afferma Mons. Ricchiuti nella sua omelia - nell'anno della Giubileo della Misericordia, rappresenta un bel tempo e un evento di grazia, per annunciare la misericordia di Dio-Padre e per essere anche noi misericordiosi come Lui, nella speranza di cantare in eterno la sua misericordia.

Aggiunge inoltre che si tratta di una liturgia tendente ad indicare" alla Chiesa la strada dell'evangelizzazione, che nulla ha a che fare con visioni semplicemente ritualistiche di una "sacramentalizzazione", che rende ancora oggi, purtroppo, la nostra catechesi finalizzata ad unzioni "imbalsamatorie" (pensiamo, in modo particolare, ai sacramenti dell'iniziazione cristiana: Battesimo - Confermazione - Eucaristia), più che ad una vita cristiana impregnata di amore per Cristo e di servizio ai fratelli".

Segue una menzione ai principi propri del rinnovo delle promesse sacerdotali "La memoria del giorno della vostra ordinazione si racchiude in queste parole: rinnovare, rinunziare e confermare, celebrare e donare. Rinnovare, per ritrovare la freschezza di quel giorno, lontano o vicino nel tempo, in cui con emozione e trepidazione - vi affidaste a Lui, per un'avventura unica e irripetibile, affascinati da una voce e da uno sguardo, consapevoli della parola data al vescovo e al popolo di Dio, cioè alla Chiesa, per la sequela di Cristo. Avevate un sogno: quello di portare il Vangelo, p€r edificare la Comunità ecclesiale con coraggio e audacia. Ma se quel sogno, in qualche modo, si fosse vanificato (io sono certo che no!) a motivo di una realtà pastorale difficile e complessa, oggi è l'occasione preziosa per tornare all'incanto e allo stupore, per lasciare ancora una volta che le vostre mani recuperino lo splendore e il profumo dell'unzione del Crisma. Rinunziare e confermare, per continuare a vivere un ministero presbiterale, non nell'affermazione di sé, in una autoreferenzialità rischiosamente narcisistica, ma perché Cristo diventi visibile nei nostri gesti e nelle nostre parole. Per dirla con San Paolo: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gol 2,20l,. È questa la condizione che vi permetterà di confermare quegli impegni assunti nel giorno dell'ordinazione: uomini "poveri di" e "liberi per"; uomini dal cuore indiviso, per un "amore più grande"; uomini davvero spirituali, oranti e colmi di passione per i poveri, i sofferenti, gli esclusi e gli emarginati; uomini che sanno di aver dato una parola al Signore e alla Chiesa e si impegnano a mantenerla, pur talvolta nella fragilità e nei limiti, per una fedeltà gioiosa e serena, lontana da tradimenti, accomodamenti e compromessi.
Celebrare e offrire, per riscoprire che la santità di un presbitero è ne! suo presiedere l'Eucaristia, nel suo essere affamato della Parola di Dio, dalla quale si lascia nutrire, per nutrire - a sua volta - coloro che lo ascoltano, nel suo perdonare i peccatori e nella celebrazione dei sacramenti. Siete chiamati, poi, come ci raccomanda il Signore, a dare gratuitamente ciò che gratultamente abbiamo ricevuto {cfr" Mt 10, 8}, a non offrire mai, per nessun motivo, la Sua grazia per un tornaconto o interesse personali".

In allegato il testo integrale dell'omelia di S. E. Mons. Giovanni Ricchiuti