Il Parlamento Italiano ha approvato la richiesta del governo di schierare un contingente militare a difesa di un ospedale militare italiano che opererà presso l’aeroporto di Misurata. L’operazione denominata "Ippocrate" permetterebbe, stando a rale decisione, di offrire assistenza concreta alla popolazione della Libia, l’unico mezzo oggi a disposizione per tentare di ristabilire la fiducia nel nostro paese tra un popolo che si sente tradito dall’Italia.
L’operazione tuttavia ha una portata troppo limitata, va quindi considerata questa operazione come un primo tentativo di verifica sul campo di una teoria che prevede l’aiuto alla popolazione come primo passo di una collaborazione nuova tra Italia e Libia.
Diversa l'opinione di Pax Christi Italia in merito all'operazione :
Il nostro Governo ha deciso di procedere ad un intervento di natura militare in Libia denominato "Ippocrate".
Il medico e scienziato Ippocrate direbbe che per superare le sofferenze bisognerebbe andare alle cause e riterrebbe sbagliato il ricorso allo strumento militare per risolvere una situazione degenerata proprio a seguito di devastanti spedizioni militari. Più volte è capitato all'Italia di vendere con una mano armi e di offrire con l'altra aiuti sanitari in un gioco orribile e contraddittorio di interventi contrapposti (un esempio: la vendita di mine antiuomo nel Corno d'Africa e l'invio di medici per curare i colpiti dalle mine).
Per essere fedeli al giuramento di Ippocrate, che dà priorità alla salute del malato, occorre operare per rimuovere le cause delle sofferenze e delle malattie.
L'intervento di circa 300 effettivi dell'Esercito italiano, di cui solo una minima parte sarà personale medico, non può essere definito azione “umanitaria" che, per essere seria, si deve effettuare con le strutture formate in tal senso.
Pax Christi Italia aderisce al comunicato della Rete Italiana per il Disarmo (di cui fa parte) che esprime forte preoccupazione per questa scelta di intervento in Libia. “Riteniamo ancora una volta sbagliato il ricorso allo strumento militare per cercare di risolvere una situazione che, ricordiamolo, è degenerata proprio a seguito di decisioni di intervento armato. Questa escalation inoltre finirebbe per pregiudicare ogni sforzo di mediazione del conflitto libico da parte del nostro Paese, al fine di prevenire una nuova guerra civile.” (www.disarmo.org/rete/a/43545.html)
Il Governo italiano si faccia portavoce di un impegno attivo per una soluzione negoziale efficace che sappia convocare i soggetti politici e sociali in uno sforzo di mediazione costruttiva volto ad evitare la destabilizzazione della Libia e l'estendersi dei terrorismi.
L’operazione tuttavia ha una portata troppo limitata, va quindi considerata questa operazione come un primo tentativo di verifica sul campo di una teoria che prevede l’aiuto alla popolazione come primo passo di una collaborazione nuova tra Italia e Libia.
Diversa l'opinione di Pax Christi Italia in merito all'operazione :
Il nostro Governo ha deciso di procedere ad un intervento di natura militare in Libia denominato "Ippocrate".
Il medico e scienziato Ippocrate direbbe che per superare le sofferenze bisognerebbe andare alle cause e riterrebbe sbagliato il ricorso allo strumento militare per risolvere una situazione degenerata proprio a seguito di devastanti spedizioni militari. Più volte è capitato all'Italia di vendere con una mano armi e di offrire con l'altra aiuti sanitari in un gioco orribile e contraddittorio di interventi contrapposti (un esempio: la vendita di mine antiuomo nel Corno d'Africa e l'invio di medici per curare i colpiti dalle mine).
Per essere fedeli al giuramento di Ippocrate, che dà priorità alla salute del malato, occorre operare per rimuovere le cause delle sofferenze e delle malattie.
L'intervento di circa 300 effettivi dell'Esercito italiano, di cui solo una minima parte sarà personale medico, non può essere definito azione “umanitaria" che, per essere seria, si deve effettuare con le strutture formate in tal senso.
Pax Christi Italia aderisce al comunicato della Rete Italiana per il Disarmo (di cui fa parte) che esprime forte preoccupazione per questa scelta di intervento in Libia. “Riteniamo ancora una volta sbagliato il ricorso allo strumento militare per cercare di risolvere una situazione che, ricordiamolo, è degenerata proprio a seguito di decisioni di intervento armato. Questa escalation inoltre finirebbe per pregiudicare ogni sforzo di mediazione del conflitto libico da parte del nostro Paese, al fine di prevenire una nuova guerra civile.” (www.disarmo.org/rete/a/43545.html)
Il Governo italiano si faccia portavoce di un impegno attivo per una soluzione negoziale efficace che sappia convocare i soggetti politici e sociali in uno sforzo di mediazione costruttiva volto ad evitare la destabilizzazione della Libia e l'estendersi dei terrorismi.
Firenze, 15 settembre 2016
Pax Christi Italia
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