Domenica 26 novembre 2017, Solennità di Cristo Re, si celebrerà in tutta la Chiesa Italiana la giornata nazionale di sensibilizzazione alle offerte liberali e deducibili per il sostentamento dei sacerdoti diocesani, che insieme all’otto per mille, rappresentano le fondamenta del sostegno economico alla Chiesa Cattolica Italiana. I nostri sacerdoti sono un dono prezioso per tutti ma hanno bisogno del sostegno di tutti. Sostenerli è molto importante, è un dovere, una corresponsabilità necessaria, una compartecipazione alla grande famiglia che è la Chiesa. Diverse possono essere le motivazioni, che vanno dalle esperienze personali con i ministri di culto, al senso di appartenenza, ecc. .
Fare la propria offerta, è innanzitutto una scelta legata all’esperienza personale. Chi non ha incontrato un sacerdote in un momento particolare della propria storia? Essi, spesso, sono un crocevia importante della vita, un tramite tra la fragilità umana e la grandezza di Dio. La seconda motivazione è ecclesiale, perché l’offerta deducibile non riguarda un singolo prete, ma tutto il clero, che svolge un prezioso servizio al popolo di Dio. Non è una scelta legata esclusivamente alla propria esperienza, ma a quella più globale di tutta la Chiesa-Comunità. La terza è sociale. Molti sacerdoti sono impegnati in diverse realtà difficili e non esclusivamente parrocchiali. Aiutare i sacerdoti, in qualche modo, significa aiutare i poveri, gli abbandonati, le persone sole.
Sono circa 35.000 i sacerdoti italiani, di cui 3000 in pensione e spesso ancora attivi in parrocchia e ben 600 nei paesi di missione. Ma da dove deriva il dovere proprio di tutti i battezzati di sostenere economicamente la Chiesa? Deriva da una precisa idea che il Concilio Vaticano II° ci ha insegnato: “una Chiesa che è manifestazione concreta del mistero della comunione e strumento per la sua crescita, che riconosce a tutti i battezzati che la compongono una vera uguaglianza nella dignità e chiede a ciascuno l’impegno della corresponsabilità, da vivere in termini di solidarietà non soltanto affettiva ma effettiva, partecipando, secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno, all’edificazione storica e concreta della comunità ecclesiale e assumendo con convinzione e con gioia le fatiche e gli oneri che essa comporta” (Sovvenire alle necessità della Chiesa. Comunione e corresponsabilità dei fedeli, Episcopato Italiano, 1988). Ai sacerdoti non provvedono né lo Stato né il Vaticano, fin dal 1984, anno di revisione del concordato tra Stato e Chiesa cattolica, sono i fedeli ad avere la piena responsabilità del sostegno economico della Chiesa e dei suoi sacerdoti attraverso due strumenti non alternativi tra di loro: l’8xmille e le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti.
Fare la propria offerta, è innanzitutto una scelta legata all’esperienza personale. Chi non ha incontrato un sacerdote in un momento particolare della propria storia? Essi, spesso, sono un crocevia importante della vita, un tramite tra la fragilità umana e la grandezza di Dio. La seconda motivazione è ecclesiale, perché l’offerta deducibile non riguarda un singolo prete, ma tutto il clero, che svolge un prezioso servizio al popolo di Dio. Non è una scelta legata esclusivamente alla propria esperienza, ma a quella più globale di tutta la Chiesa-Comunità. La terza è sociale. Molti sacerdoti sono impegnati in diverse realtà difficili e non esclusivamente parrocchiali. Aiutare i sacerdoti, in qualche modo, significa aiutare i poveri, gli abbandonati, le persone sole.
Sono circa 35.000 i sacerdoti italiani, di cui 3000 in pensione e spesso ancora attivi in parrocchia e ben 600 nei paesi di missione. Ma da dove deriva il dovere proprio di tutti i battezzati di sostenere economicamente la Chiesa? Deriva da una precisa idea che il Concilio Vaticano II° ci ha insegnato: “una Chiesa che è manifestazione concreta del mistero della comunione e strumento per la sua crescita, che riconosce a tutti i battezzati che la compongono una vera uguaglianza nella dignità e chiede a ciascuno l’impegno della corresponsabilità, da vivere in termini di solidarietà non soltanto affettiva ma effettiva, partecipando, secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno, all’edificazione storica e concreta della comunità ecclesiale e assumendo con convinzione e con gioia le fatiche e gli oneri che essa comporta” (Sovvenire alle necessità della Chiesa. Comunione e corresponsabilità dei fedeli, Episcopato Italiano, 1988). Ai sacerdoti non provvedono né lo Stato né il Vaticano, fin dal 1984, anno di revisione del concordato tra Stato e Chiesa cattolica, sono i fedeli ad avere la piena responsabilità del sostegno economico della Chiesa e dei suoi sacerdoti attraverso due strumenti non alternativi tra di loro: l’8xmille e le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti.
Rendiconto diocesano delle offerte ai sacerdoti anno 2015/2016
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