Sorelle e fratelli carissimi
della Chiesa di Dio che è in Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti,
sento vivo, all’inizio di questo nuovo Anno Liturgico, il desiderio di rivolgermi a tutti e a ciascuno di voi, per invitarvi a percorrere insieme l’itinerario dell’Avvento, tempo che ci prepara al gioioso evento della Natività del Signore e che accresce nella Comunità ecclesiale il senso dell’attesa della venuta di Gesù Cristo alla fine dei tempi e della storia. Saranno, per noi discepoli del Signore e testimoni di speranza, giorni straordinari “di vigilanza orante e di operosa carità”, per meglio comprendere il significato della storia della salvezza.
Per contestare una cultura che, esaltando esageratamente l’individualismo e l’egoismo, finisce per proporre rotte disperate, che rendono faticoso e ansimante il cammino di questa nostra umanità, sempre più tentata di rendere eterna la storia e la propria immagine; ed affermare, al contrario, la perenne novità del Vangelo di Cristo, nell’orizzonte di un impegno che sostenga la Chiesa nel suo cammino incontro al Signore e orienti la storia verso l’eterno, verso “cieli nuovi e terra nuova”.
Essere testimoni di speranza, dunque, l’appello forte che il Signore viene a rivolgerci:
Non vi può essere attesa del ritorno di Cristo nella storia dell’umanità, senza quell’impegno che rende le nostre quotidiane responsabilità – piccole o grandi che siano – un passo in avanti verso quel futuro che Dio tesse e prepara, misteriosamente, per le sue creature.
E così, al termine di questo tempo liturgico, sarà Natale: Natale vero, Natale semplice, così come tutti noi, cristiani e non, desideriamo. Vi abbraccio e vi benedico.
della Chiesa di Dio che è in Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti,
sento vivo, all’inizio di questo nuovo Anno Liturgico, il desiderio di rivolgermi a tutti e a ciascuno di voi, per invitarvi a percorrere insieme l’itinerario dell’Avvento, tempo che ci prepara al gioioso evento della Natività del Signore e che accresce nella Comunità ecclesiale il senso dell’attesa della venuta di Gesù Cristo alla fine dei tempi e della storia. Saranno, per noi discepoli del Signore e testimoni di speranza, giorni straordinari “di vigilanza orante e di operosa carità”, per meglio comprendere il significato della storia della salvezza.
Per contestare una cultura che, esaltando esageratamente l’individualismo e l’egoismo, finisce per proporre rotte disperate, che rendono faticoso e ansimante il cammino di questa nostra umanità, sempre più tentata di rendere eterna la storia e la propria immagine; ed affermare, al contrario, la perenne novità del Vangelo di Cristo, nell’orizzonte di un impegno che sostenga la Chiesa nel suo cammino incontro al Signore e orienti la storia verso l’eterno, verso “cieli nuovi e terra nuova”.
Essere testimoni di speranza, dunque, l’appello forte che il Signore viene a rivolgerci:
- per denunciare con coraggio i mali delle nostre città: la delinquenza, la corruzione, la violenza nelle strade e nelle piazze, che rischiano di travolgere tutti, in particolare i ragazzi e i giovani, in un clima pericoloso di emulazione o di indifferenza e paura;
- per creare spazi di prossimità e di fraternità e abitarli come luoghi privilegiati, indicati da Gesù, di amore, di solidarietà e di accoglienza;
- per prenderci cura degli altri, così come Dio – incarnandosi nel suo Figlio Gesù – s’è preso cura di noi, per riconciliarci con Lui e tra di noi, invitandoci ad essere operatori “di misericordia e di verità, di giustizia e di pace”.
Non vi può essere attesa del ritorno di Cristo nella storia dell’umanità, senza quell’impegno che rende le nostre quotidiane responsabilità – piccole o grandi che siano – un passo in avanti verso quel futuro che Dio tesse e prepara, misteriosamente, per le sue creature.
E così, al termine di questo tempo liturgico, sarà Natale: Natale vero, Natale semplice, così come tutti noi, cristiani e non, desideriamo. Vi abbraccio e vi benedico.
Altamura, 1 dicembre 2017
Vostro
Giovanni, vescovo
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