“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”. E’ il cuore del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del rifugiato, che ricorre il prossimo 14 gennaio.
Per l'occasione, in questo stesso giorno, alle ore 17,30 presso la parrocchia Sacro Cuore di Santeramo in Colle sarà organizzato un convegno in cui si discuterà di tale tematica.
Il Pontefice definisce “un segno dei tempi” la “triste situazione di tanti migranti che fuggono dalla guerra” e dalla povertà. Ricorda dunque il suo viaggio a Lampedusa all’inizio del Pontificato e l’istituzione di una Sezione speciale dedicata ai migranti da lui stessa diretta. “Ogni forestiero che bussa alla nostra porta – evidenzia riprendendo il capitolo 25 del Vangelo di Matteo – è un’occasione di incontro con Gesù Cristo”. Francesco parla di una “grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti” per esprimere sollecitudine verso i migranti.
Il Messaggio si articola dunque in 4 punti, quattro verbi “fondati sui principi della Dottrina della Chiesa”. Innanzitutto “accogliere”. Il Papa sottolinea che è urgente “offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione”. Francesco chiede di semplificare la concessione dei “visti umanitari” e favorire i ricongiungimenti familiari. Papa Francesco volge l’attenzione poi al verbo “proteggere”. Tale protezione, osserva, comincia “in patria” e andrebbe continuata “in terra d’immigrazione”. Dal Papa l’invito a valorizzare le capacità e competenze dei migranti che devono perciò avere libertà di movimento nel Paese d’accoglienza e la possibilità di lavorare. E’ dunque la volta del verbo “promuovere” che, si legge nel Messaggio, vuol dire che tutti i migranti devono essere messi in condizioni di realizzarsi come persone. Francesco incoraggia l’inserimento socio-lavorativo dei migranti. L’ultimo verbo, scrive Francesco è “integrare”. Il Papa rimarca subito che integrazione “non è un’assimilazione, che induce a sopprime o a dimenticare la propria identità culturale”. Si tratta di un processo prolungato che, esorta il Papa, “può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici”. Saranno presenti al convegno:
don Rocco Scalera ( parroco della parrocchia Sacro Cuore) - Salutie i relatori:
Luana Scalpi ( avvocato - diritti umani)
Marcella Montemurno ( psicologa - psicoterapeuta)
don Mimmo Giannuzzi ( direttore Caritas)
Le testimonianze di famiglie che hanno accolto
don Giuseppe Loviglio - conclusioni
Per l'occasione, in questo stesso giorno, alle ore 17,30 presso la parrocchia Sacro Cuore di Santeramo in Colle sarà organizzato un convegno in cui si discuterà di tale tematica.
Il Pontefice definisce “un segno dei tempi” la “triste situazione di tanti migranti che fuggono dalla guerra” e dalla povertà. Ricorda dunque il suo viaggio a Lampedusa all’inizio del Pontificato e l’istituzione di una Sezione speciale dedicata ai migranti da lui stessa diretta. “Ogni forestiero che bussa alla nostra porta – evidenzia riprendendo il capitolo 25 del Vangelo di Matteo – è un’occasione di incontro con Gesù Cristo”. Francesco parla di una “grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti” per esprimere sollecitudine verso i migranti.
Il Messaggio si articola dunque in 4 punti, quattro verbi “fondati sui principi della Dottrina della Chiesa”. Innanzitutto “accogliere”. Il Papa sottolinea che è urgente “offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione”. Francesco chiede di semplificare la concessione dei “visti umanitari” e favorire i ricongiungimenti familiari. Papa Francesco volge l’attenzione poi al verbo “proteggere”. Tale protezione, osserva, comincia “in patria” e andrebbe continuata “in terra d’immigrazione”. Dal Papa l’invito a valorizzare le capacità e competenze dei migranti che devono perciò avere libertà di movimento nel Paese d’accoglienza e la possibilità di lavorare. E’ dunque la volta del verbo “promuovere” che, si legge nel Messaggio, vuol dire che tutti i migranti devono essere messi in condizioni di realizzarsi come persone. Francesco incoraggia l’inserimento socio-lavorativo dei migranti. L’ultimo verbo, scrive Francesco è “integrare”. Il Papa rimarca subito che integrazione “non è un’assimilazione, che induce a sopprime o a dimenticare la propria identità culturale”. Si tratta di un processo prolungato che, esorta il Papa, “può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici”. Saranno presenti al convegno:
don Rocco Scalera ( parroco della parrocchia Sacro Cuore) - Salutie i relatori:
Luana Scalpi ( avvocato - diritti umani)
Marcella Montemurno ( psicologa - psicoterapeuta)
don Mimmo Giannuzzi ( direttore Caritas)
Le testimonianze di famiglie che hanno accolto
don Giuseppe Loviglio - conclusioni
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