Zaino in spalla, scarpe comode, una buona borraccia possibilmente piena e fresca, sacco a pelo e materassino, sarà tutto ciò che serve per il cammino che attende i 90 giovani provenienti dalle città della Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, da Santeramo, Spinazzola e Poggiorsini, insieme all’Arcivescovo Giovanni e circa 10 sacerdoti?
Forse, evidentemente no! Nel bagaglio, tolta l’utilità fisica di quanto precedentemente elencato, servirà anche un grande carico di energia, una sprigionabile forza di volontà, un enorme desiderio di camminare, di farlo insieme, di essere fraternità, cioè veramente Chiesa che condivide il percorso ed è sostegno per il cuore, quello spazio di interiorità alla cui ricerca si parte e per il cui bisogno di autenticità ci si avventura, anche in questa chilometrica esperienza di fede, di vita, di percezione di sé e del mondo circostante.
Insomma una vera e propria scommessa su cui rischiare la propria puntata e attendere speranzosi una buona vincita, non solo quella dell’arrivo al grande Santuario di Santiago de Compostela, ma soprattutto quella dell’essersi ritrovati, seppure in un po’ di silenzio, quello difficile da imporsi nelle nostre frenetiche giornate, o dell’aver ritrovato la gioia della propria vita, il gusto e il senso di viverla, la strada della propria felicità, e magari un barlume, incandescente o fuggiasco della presenza di Dio nei meandri della storia personale e comunitaria.
Si parte, 8 giorni di cammino, ma anche di amicizia e di essenzialità, dal 20 al 27 agosto, organizzati dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, in preparazione al grande appuntamento ecclesiale del Sinodo dei Giovani, che sarà celebrato nel prossimo mese di ottobre. Dopo il festoso raduno dei giovani col Papa a Roma, anche noi ripartiamo per mille strade, che dalla capitale, dal centro portano alle periferie quelle esistenziali, quelle personali e quelle geografiche per l’incontro vero con l’altro, con i fratelli e le sorelle.
Un numero di adesioni che contraddice il pensiero comune sulle nuove generazioni, bollate come disfattiste, disinteressate ad ogni proposta, avversi alla fede e a Dio, un’esperienza che inizia col raccontare il contrario, forse perché ha saputo raccogliere il grido inespresso di una ricerca autentica di Dio che parta da sé e vada verso il mondo con uno spirito e un vissuto realmente rinnovato.
L’Arcivescovo Giovanni , anche lui pronto per il lungo cammino, augura ai giovani di “vivere questa opportunità come tempo per mettersi in ascolto di sé, del proprio cuore, dei propri desideri più profondi, e di fare esperienza di Dio, che parla alla vita e lo s’incontra solo se si resta aperti alla suo infinito amore”.
Sac. Giuseppe Loizzo