Un fuori programma domenica sera ad Altamura, l’Arcivescovo Mons. Ricchiuti ha raggiunto Piazza Duomo, nel consueto orario di passeggio e di ritrovo per molti giovani, per registrare l’atteso video augurale in occasione del S. Natale 2018.
Eppure non è la prima volta che Mons. Ricchiuti lo si vede in giro per le strade delle nostre città, tra gente di ogni età, per svariati motivi e sempre con l’immancabile sorriso sulle labbra. Questa volta c’è stata una novità, che ha avuto le caratteristiche di un “blitz”; l’Arcivescovo non si è accontentato del cordiale saluto giornaliero che rivolge ai giovani che incontra per strada, mentre affaccendato raggiunge i suoi appuntamenti, ma si è fermato in mezzo a loro, in uno dei posti che abitualmente loro occupano, mentre sorseggiavano qualche bevanda calda o mettevano qualcosa sotto i denti, e andando oltre ogni loro aspettativa, gli ha chiesto di fermarsi a chiacchierare con lui, un semplice confronto come tra amici di vecchia data.
Ecco l’augurio che a breve troveremo sul nostro sito diocesano, sulle pagine social e magari ce lo vedremo tra i messaggi del nostro smartphone, un augurio informale, che porta a tutti la riflessione dell’Arcivescovo, ma insieme e dando voce a coloro che guardiamo con grande speranza, i nostri giovani, il presente bello delle nostre famiglie e il futuro gravido di fiducia della nostra società.
Più volte abbiamo ascoltato l’invito di Papa Francesco a raggiungere le periferie, a scendere per le strade, lo stesso Sinodo sui giovani celebrato lo scorso ottobre, nel documento finale si è espresso così: “Il coinvolgimento dei giovani segue spesso approcci inediti” e sottolineando la centralità dell’ascolto del mondo giovanile prosegue il testo: “Molti sperimentano come la loro voce non sia ritenuta interessante e utile in ambito sociale ed ecclesiale. In vari contesti si registra una scarsa attenzione al loro grido, in particolare a quello dei più poveri e sfruttati, e anche la mancanza di adulti disponibili e capaci di ascoltare”. E’ proprio questo che abbiamo voluto testimoniare loro, la disponibilità ad ascoltare il loro punto di vista, pur consapevoli che questo è uno dei gesti che si possono compiere, seppure non risolutivo, diventa comunque il segno visibile di una Chiesa che li raggiunge, che li fa sentire membri privilegiati della comunità, che sta cercando nuove vie per essere loro vicina e per raccontare l’amore di Dio con le loro stesse parole e in sintonia con i loro bisogni più profondi.
E’ quantomai opportuno riconoscere, che i giovani incontrati, li abbiamo “spiazzati”, non mandati via, ma profondamente sorpresi, col solo desiderio di darci appuntamento sui social, alla pubblicazione video, e personalmente alle prossime iniziative, che li vedranno protagonisti e destinatari di un messaggio, quello cristiano, valido ancora oggi per dare spessore alla propria vita.
Forse anche a noi sarà venuta un po’ di curiosità, quella stessa che cercheremo di mettere nelle nostre attività, quando, davanti al presepe, guardandoci attorno, ci accorgeremo che manca qualcuno, forse la componente giovane, usciremo allora in piazza e andremo a cercare i nostri amici e daremo loro ascolto, accoglienza e soprattutto gli parleremo di quel Bambino che nella grotta di Betlemme, desideroso, li aspetta.
Sac. Giuseppe Loizzo