«È una festa che avremmo vissuto in altro modo, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, insieme ai nostri amici. Ai tantissimi ed alle tantissime che portano il nome di Giuseppe, a loro davvero vada anche un augurio di buon onomastico». Con queste parole Monsignor Ricchiuti ha aperto la sua omelia durante la Santa Messa dello scorso 19 marzo, giorno in cui si è celebrata la Solennità di San Giuseppe, Custode della Chiesa Universale, Patrono della Chiesa Universale e Copatrono della città di Altamura.
«Siamo chiamati a lodare il Signore e a ringraziarlo – ha aggiunto l’Arcivescovo – perché la storia che noi chiamiamo la storia della salvezza, la storia di Dio che si riconcilia con questa umanità e che prepara lungo i secoli la venuta di Gesù, suo figlio, in mezzo a noi, la prepara con gesti e soprattutto con questa generazione».
«E poi Gesù generato in modo, come tutti noi ben crediamo – ricorda Mons. Ricchiuti – tutto speciale, particolare dalla sua mamma Vergine Maria. In questa generazione accanto a noi c’è un uomo: Giuseppe, suo padre».
«E noi la immaginiamo un po’ questa vita di famiglia – prosegue nella sua riflessione – con i suoi momenti anche abbastanza difficili, con quella attestazione della folla che sente parlare Gesù e dice “ma non è lui il figlio del falegname?”. E poi soprattutto quanto noi abbiamo appreso dal racconto dell’infanzia di Gesù: il sogno, i sogni di Giuseppe».
« Un santo di cui non abbiamo nessuna parola – sottolinea Mons. Ricchiuti – nessuna testimonianza se non questa obbedienza a Dio, questa obbedienza in questo essere Lui uomo giusto. In questo obiettivo c’è la sua disponibilità e un misterioso disegno di Dio sulla sua vita, su una sua relazione affettiva con Maria che viene davvero sconvolta da eventi davanti ai quali Giuseppe non fa altro che dire al Signore: “Faccio come tu mi dici, agisco come tu mi hai indicato!”».
Questo per Sua Eccellenza corrisponde anche ad un «un grande insegnamento per noi anche in questi giorni così particolari e per tanti versi difficili in cui come uomini e donne di fede ci stiamo affidando al Signore, ci stiamo affidando cercando di comprendere, di capire forse ciò che non è facilmente comprensibile».
«Ma noi siamo certi – ricorda con fermezza l’Arcivescovo – che il Signore continua a parlarci, continua a guidarci, continua ad essere accanto a noi e noi oggi diamo ancora a lui come San Giuseppe la nostra disponibilità a vivere questi giorni così difficili con una fede grande, con un affidamento totale a Lui».
« E ne siamo certi – conclude – affidandoci oggi alla potente intercessione di San Giuseppe che vigile con la sua intercessione da sempre sulla Chiesa oggi noi lo invochiamo perché continui questa sua intercessione per noi, continui a darci questo esempio di obbedienza. La sua intercessione accompagni questi nostri giorni».