Il Papa inserisce nella serie di invocazioni mariane tre nuovi titoli della Madonna

“Mater misericordiae” (Madre della Misericordia), “Mater spei” (Madre della Speranza”, e “Solacium migrantium” (aiuto, soccorso dei migranti). Sono queste le tre nuove invocazioni che, su disposizione del Santo Padre, saranno inserite nelle Litanie Lauretane.

A renderlo noto, nel giorno in cui si celebra la “Giornata mondiale dei rifugiati, è una lettera inviata dal cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione vaticana per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, pubblicata quest’oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Non passa inosservato il titolo della missiva: “Aiuto dei migranti”. Un tema molto caro a Papa Francesco.

“In questo momento che è segnato da incertezza e trepidazione – scrive il porporato – il devoto ricorso alla Vergine, con affetto e fiducia, è profondamente sentito dal Popolo di Dio. Conoscendo questo sentimento, e accogliendo gli auspici espressi, papa Francesco ha provveduto a inserire nel formulario delle Litanie mariane che vengono chiamate “Lauretane” la invocazioni ‘Mater misericordiæ’, ‘Mater spei’ e ‘Solacium migrantium’. La prima invocazione sarà inserita dopo ‘Mater Ecclesiæ’, la seconda dopo ‘Mater divinæ gratiæ’, mentre la terza – spiega Sarah – verrà dopo ‘Refugium peccatorum’.

Tipici del magistero di papa Francesco i tre temi segnalati dalle nuove invocazioni. Significativa appare infatti anche la collocazione all’interno dell’elenco degli appellativi dati a Maria. “Madre della Misericordia” viene al sesto posto dopo “Santa Maria”, “Santa Madre di Dio”, “Santa Vergine delle vergini”, “Madre di Cristo”, e “Madre della Chiesa”. Mentre “Mater spei”, figura da oggi in poi all’ottavo posto.

Anche per l’invocazione “Soccorso dei migranti” è stata trovata la sistemazione più adeguata, dopo “Stella del mattino”, “Salute degli infermi”, “Rifugio dei peccatori” e prima di “Consolatrice degli afflitti”. In sostanza, come ha fatto notare in una dichiarazione a Vatican News monsignor Arthur Roche, segretario del dicastero per il Culto Divino, “sono preghiere legate all’attualità della vita”.

L’ultima volta, in ordine di tempo, in cui un Papa inserisce nuove invocazioni nelle Litanie Lauretane si deve a san Giovanni Paolo II che nel 1995 introdusse “Regina Familiae”, dopo l’Anno dedicato proprio alla Famiglia. Sempre papa Wojtyla coniò anche il titolo di Mater misericordiae anche se non lo fece aggiungere alle litanie, ma in un documento pontificio. Altri precedenti riguardano Paolo VI che nel 1965 aggiunse “Mater Ecclesiae” a conclusione del Concilio Vaticano II, mentre Benedetto XV aggiunse Regina Pacis durante la Prima Guerra mondiale e Pio XII “Regina in coelo assumpta” nel 1950 anno di definizione del dogma dell’assunzione. In alcuni casi le invocazioni hanno preceduto persino l’introduzione dei dogmi nella Chiesa cattolica. Nel 1768 fu inserita da Clemente XIII Mater immaculata, mentre nel 1854, in seguito alla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione Pio IX rese obbligatoria la definizione Regina sine labe originali concepta. Nel 1903 Leone XIII introdusse anche Mater boni consilii come omaggio al santuario di Genazzano suo paese natale.

Le Litanie Lauretane sono così chiamate in riferimento al luogo, il santuario di Loreto appunto, che le ha rese popolari all’interno della Chiesa e dove si cantavano già nella prima metà del XVI secolo. Le invocazioni, infatti, sono ben più antiche e risalirebbero al XII secolo. L’11 luglio 1587 Sisto V le approvò con la bolla Reddituri. In precedenza era stato san Pio Vi a farle aggiungere alla recita del Rosario, dopo la vittoria di Lepanto. Secondo fonti non confermate lo stesso Pontefice avrebbe fatto inserire il titolo di “Ausilio dei cristiani”.

Le Litanie si aprono con le suppliche a Cristo, seguite dalle invocazioni alla Trinità. Quindi vengono le invocazioni mariane vere e proprie, che con le tre introdotte da papa Francesco sono attualmente 55. Infine l’Agnus Dei e le preghiere di conclusione.

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