“Con Nota in data 22 Luglio 2020, il Ministero dell’Interno, all’esito del parere espresso dal Comitato Tecnico Scientifico, ha risposto ad alcune questioni sottopostegli dalla Conferenza Episcopale Italiana in ordine alla urgenza di ritornare all’esercizio della prassi pastorale”. Si apre così l’ultimo decreto emanato dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Ricchiuti e datato Sabato 8 Agosto 2020.
Questi i 3 quesiti posti nella missiva inoltrata dalla Segreteria Generale della Cei:
“1) superare il limite del numero di 200 partecipanti alle celebrazioni che si svolgono nelle chiese di ampie dimensioni, dove il rispetto per il distanziamento personale – oltre che per tutte le altre misure di carattere sanitario – è comunque assicurato senza difficoltà;
2) la possibilità, per i familiari che già vivono quotidianamente tra le stesse pareti di casa, di partecipare alle celebrazioni, evitando tra loro il criterio del distanziamento;
3) tornare ad ammettere la figura dei cantori”.
“Pertanto, tenuto conto di quanto contenuto nella summenzionata Nota ministeriale – scrive Ricchiuti – ritengo opportuno richiamare le seguenti disposizioni, al fine di garantire una disciplina comune per tutta la Diocesi:
1) quanto al primo quesito, rimane attualmente in vigore quanto disposto con DPCM l4/07/2020, che disciplina la fruizione dei luoghi durante le manifestazioni in luoghi chiusi, compresa la possibilità di rimodulazione del numero massimo di persone da parte delle Regioni e delle Province autonome che possono stabilire un diverso numero massimo di persone in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi;
2) quanto al secondo quesito, la possibilità dei familiari di partecipare insieme alle celebrazioni, stando in uno stesso banco, trova risposta positiva nella prassi della vita quotidiana;
3) quanto al terzo quesito, si rimane ancora in attesa di risposta circa le condizioni per un ritorno dei cantori e dei cori nelle celebrazioni”.
“La stessa Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana – aggiunge L’Arcivescovo – nella medesima Nota sopra citata, ribadisce che non ci sono impedimenti a celebrare con dignità e sobrietà i sacramenti, a partire da quelli dell’iniziazione cristiana. Tuttavia, è bene aver cura che la loro celebrazione, pur in gruppi contenuti, avvenga sempre in un contesto comunitario”.
“Solo per questo anno – conclude il presule – concedo a tutti i Parroci e Amministratori parrocchiali la facoltà di amministrare il sacramento della Confermazione anche agli adolescenti, a norma del can. 884, § 1 del CJC. L’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando. La stessa attenzione sarà necessaria per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati”.
Articolo a cura di Michele Laddaga