vi scrivo, anche quest’anno, in occasione della 94a Giornata Missionaria Mondiale, che celebreremo domenica 18 ottobre p.v., nel giorno in cui papa Francesco pubblica l’Enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, e mentre mi accingo ad iniziare presso l’Oasi “S. Maria” in Cassano delle Murge gli Esercizi Spirituali insieme ai miei fratelli Vescovi pugliesi. Sono certo che il silenzio e la preghiera mi offriranno in questi prossimi giorni la possibilità di riflettere con voi, ancora una volta, su quelle parole rivolte da Gesù Risorto ai suoi discepoli: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome… insegnando loro…” (Mt 28, 19).
Parole forti e decise, che non ammettono indugi, incertezze e paure, e che da duemila anni continuano a risuonare alle orecchie dei cristiani di ogni tempo e a sostenerne il cammino di evangelizzazione, perché il Vangelo del Signore sia “buona notizia” per tutto il mondo.
Nel Messaggio scritto per la circostanza il 31 maggio u.s., domenica di Pentecoste, papa Francesco afferma: “Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa”.
La preghiera
In questo mese di ottobre dovremo intensificare la preghiera, comunitaria e personale, affinché il Signore ci faccia la grazia di impegnarci sempre di più, per realizzare quella tanto auspicata “conversione missionaria della Chiesa” e riprendere con entusiasmo il cammino di evangelizzazione del mondo e della storia; per chiedere a Dio con insistenza che tutti noi, come Suo popolo, possiamo riscoprire di essere in cammino, nella responsabilità ecclesiale che ci è stata affidata in forza del Battesimo ricevuto.
Infatti, una Chiesa ferma, immobile, gratificata da un annuncio che non va oltre le nostre chiese, da una liturgia priva di fecondità evangelica e da una carità incapace di riconoscere in ogni creatura umana – specialmente negli ultimi – il volto di Gesù, non sarà mai missionaria.
Siamo chiamati, pertanto, ad offrire al Signore la nostra personale disponibilità a metterci in cammino, nella quotidianità delle nostre relazioni e delle nostre occupazioni, per cogliere così “la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo […] come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione” (Papa Francesco, Messaggio), e rispondere al Signore Gesù, come il profeta Isaia rispose a Dio, che gli chiedeva: “Chi manderò?”, “Eccomi, manda me” (cfr. Is 6, 8).
La riflessione
L’ottobre missionario, in questo anno 2020, risente in modo del tutto particolare del clima difficile e complesso, che tutto il mondo sta vivendo a causa della pandemia da “coronavirus”, la quale tanta sofferenza, morte e timori per il futuro sta ingenerando nel cuore di ciascuno di noi. Sono certo, tuttavia, che – come donne e uomini di fede cristiana – ci stiamo chiedendo come leggere questo “segno” dei tempi che, ancora oggi, non fa ancora intravvedere un punto da cui poter ripartire, per affrontare i giorni avvenire con speranza e fiducia. Speranza e fiducia per la Chiesa e per il mondo.
A questo proposito, scrive ancora papa Francesco nel suo Messaggio: “Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga”.
Non dobbiamo scoraggiarci, sorelle e fratelli carissimi, dinanzi a questo presente, ma – ancora una volta – forti nella nostra fede-speranza-carità, siamo invitati dalla Parola del Signore ad andare incontro a queste dolorose situazioni e a dire la “buona notizia” di un Dio-Padre, come ce lo ha rivelato il Suo Figlio e nostro fratello Gesù, che non abbandona nessuna delle sue creature; perché il Signore “continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male” (Papa Francesco, Messaggio).
L’aiuto materiale
Da sempre (da 94 anni!) la Giornata Missionaria Mondiale racconta di una straordinaria generosità di noi cattolici (ma – sono certo – anche dei nostri fratelli ortodossi e protestanti, perché anche loro hanno missioni e mandano missionari nel mondo) verso il lavoro e il sacrificio di missionari e missionarie martiri, alla cui intercessione ci affidiamo, che hanno dato la loro vita per annunciare “alle genti” il Vangelo; e, con il Vangelo, hanno dato vita a tante opere-segno della carità dei cristiani verso popoli abbandonati, affamati e oppressi da ingiustizie sociali e violenze.
Anche la nostra diocesi, attraverso le comunità ecclesiali, le associazioni, i movimenti e le confraternite, ha dato sempre esempio e testimonianza di generosità verso le Pontificie Opere Missionarie. L’anno scorso abbiamo raccolto in tutto 20.585,00 euro. Nel ringraziarvi, desidero ancora una volta sollecitare la vostra generosità, piccola o grande che sia, perché anche nella prossima Giornata Missionaria non venga meno la nostra carità.
Colgo, infine, questa circostanza, per esprimere la gratitudine di tutta questa Chiesa locale di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti ai Sacerdoti, diocesani e religiosi, e alle Suore provenienti da altri continenti, per il loro servizio alla nostra Comunità ecclesiale diocesana.
A tutti e a ciascuno di voi – Presbiteri, Diaconi, Seminaristi, Comunità tutte e Operatori pastorali – giunga da parte mia un grande abbraccio, un sincero augurio per il nuovo Anno Pastorale e una speciale benedizione!
Altamura, 4 ottobre 2020, Festa di San Francesco d’Assisi
X Giovanni, vescovo