Mercoledì 5 Maggio ricorre la Solennità liturgica in onore di Sant’Irene, Santa patrona della Città di Altamura e della Diocesi.
Nel giorno di festa per l’intera comunità diocesana, alle messe mattutine delle 8.30 e delle 10.00 (in programma nella cattedrale Santa Maria Assunta di Altamura), seguirà la celebrazione eucaristica delle 11.30 nel ricordo di don Michele Lorusso, deceduto lo scorso sabato 1° maggio. La Santa Messa presieduta da Mons. Vito Colonna, presidente del Capitolo, sarà impreziosita dalla presenza dei Canonici della Cattedrale.
In serata, alle 19.00, sarà invece l’Arcivescovo Mons. Giovanni Ricchiuti a presiedere la Santa Messa Solenne nell’anniversario della morte di Mons. Castoro, Arcivescovo della Diocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo e originario di Altamura, scomparso tre anni fa (5 maggio 2018). Al rito religioso (a causa dell’emergenza dettata dalla diffusione del Covid 19) anche quest’anno non seguirà la consueta processione per le vie della città con l’immagine della Santa.
Cenni storici
L’origine storica dell’elevazione di Sant’Irene a protettrice di Altamura fa fede a una leggenda secondo cui, Altamura, essendo particolarmente esposta alle intemperie atmosferiche con caduta di fulmini causa la sua elevata posizione a ridosso delle Murge, ai primi del ‘700 sentì il bisogno di ricorrere a questa Vergine e Martire proclamandola Patrona secondaria della città.
Intanto nel 1726 i fulmini caddero con più frequenza e con rilevanti danni alla Cattedrale, alle case della città e del contado, nonché con la morte di persone e di animali. Il ricorso alla preghiera per implorare la clemenza divina ad intercessione di Sant’Irene riuscì a far cessare il terribile flagello. Allora tutti i cittadini, concordemente e grati, stabilirono di ricordare questo avvenimento ogni anno il 4 maggio (vigilia della festa) con la celebrazione di una messa votiva in onore della Santa nella Cappella di San Giuseppe, dal 1638 Patrono Principale di Altamura. Si fece dipingere l’immagine della Santa e la si collocò in alto dentro la prospettiva dell’altare.
(M.L.)