“Laureato in diritto canonico e civile – si legge nell’articolo – Ruggieri entrò nella Compagnia di Gesù il 27 ottobre 1572 e, terminata l’ordinaria formazione spirituale ed intellettuale gesuita, partì alla volta di Lisbona con destinazione Estremo Oriente. Ordinato sacerdote nel marzo del 1578 mentre attendeva la nave che l’avrebbe portato nella città indiana di Goa, è proprio in India che inizia il suo percorso missionario di evangelizzazione mostrando spiccate doti di acquisizione della lingua straniera in tempi rapidi e con eccellenti risultati.
Con questo dono gli viene conferito incarico di avviare una nuova missione in Cina dove il poeta, scrittore, dottore in diritto canonico imparò a comprendere, parlare, leggere e scrivere la complessa lingua del mandarino usata da letterati, nobili, magistrati in tutto l’impero fino a fondare la prima scuola di lingua cinese per stranieri, la Shengma’erding Jingyuan (la casa di San Martino).
Ottenuto un permesso formale, Ruggieri si stabilì a Zhaoqing, prima tappa della “lunga risalita” verso Pechino, insieme ad un altrettanto abile linguista, il gesuita marchigiano Matteo Ricci col quale fondò un’attiva casa missionaria gesuita. Durante le sue visite ai villaggi nelle regioni egli battezzò diverse famiglie che divennero gli avamposti delle prime comunità cristiane in terra cinese e sono diverse le testimonianze di questo missionario lasciate attraverso le sue opere non solo di evangelizzazione”.
“Al gesuita spinazzolese – spiega Tiziana Di Gravina – si deve la pubblicazione, nel 1584, del primo Catechismo cinese, il primo libro in lingua cinese scritto da un europeo a cui vennero allegati i dieci comandamenti, ma anche una delle prime raccolte di carte geografiche manoscritte della Cina, tradotte in latino da fonti cinesi (atlanti e carte geografiche). Databili al 1606, furono redatte quasi cinquant’anni prima delle carte manoscritte del gesuita polacco Michał Boym e del Novus Atlas Sinensis del gesuita trentino Martino Martini (stampato ad Amsterdam dall’editore Johan Blaeu nel 1655 e immediatamente tradotto in numerose lingue). Il manoscritto originale del suo primo Atlante della Cina è attualmente conservato nell’Archivio di Stato di Roma.
Richiesto a Roma per sollecitare il Papa affinché si istituisse un’ambasceria pontificia, si ritirò poi a Salerno dove continuò il suo lavoro intellettuale contribuendo a diffondere in Europa la cultura cinese. È sua la traduzione latina dei Quattro libri (classici testi cinesi sull’introduzione alla filosofia di Confucio), a lui è attribuita la traduzione e diffusione nella terra del Celeste Impero del Padre Nostro, Ave Maria e Gloria, scrisse poesie in cinese e diffuse carte geografiche che aveva portato con sé da Zhaoqing.
In Cina viene ricordato in occasione di eventi e convegni sulla storia e la comunità dei gesuiti. A lui fu dedicata una mostra nel 2012 al Museo di Macau dal titolo “Journey to the Ends of the World: Michele Ruggieri and Jesuits in China”, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong con il supporto del Consolato Generale Italiano di Hong Kong e Macao”.