La comunità di fedeli della diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti si prepara ad accogliere in dono, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo Mons. Giovanni Ricchiuti, un nuovo presbitero.
Domani, Venerdì 16 Luglio, giorno in cui ricorre la Solennità della Madonna del Carmine, l’omonima parrocchia in Maria Madre della Chiesa di Altamura farà infatti da cornice, a partire dalle 19.00, al rito di Ordinazione presbiterale del diacono don Domingo Ariano. Nato il 28 settembre 1994, Domingo è stato ordinato diacono lo scorso 8 agosto 2020. A poche ore dalla Solenne Celebrazione, abbiamo provato a raccogliere le sue sensazioni e i suoi pensieri.
A seguire la sua intervista rilasciata ai nostri microfoni:
L’ingresso di ben tre nuovi presbiteri nella comunità diocesana rappresenta sicuramente una ricchezza ed una speranza anche per l’intera comunità civile. Oggi il sacerdote è chiamato a rivestire un ruolo importante nella nostra società e ad essere una guida per una realtà parrocchiale. Avverte sin da ora un senso di responsabilità ancora più forte nei confronti della gente e del Signore?
«Una responsabilità mi abita e inquieta già da diversi anni e ora più che mai, alle porte del Presbiterato: l’esigente e delicata responsabilità della formazione delle coscienze. Se per essere responsabili s’intende quell’essere capaci di rendere una risposta al Chiamante, posso testimoniare che nel mio cammino di formazione umana, spirituale, culturale, pastorale (in Seminario ma non solo) il luogo delle mie domande, risposte e sempre nuove domande è stato ed è la coscienza, ovvero l’intimo più intimo del cuore. Essere agevolatore di inquietudini di senso e non operatore di servizi inerziali: questo è l’eco dello Spirito che continua a interpellarmi e inviarmi verso la gente e il Signore. E a confermarmi nella vocazione e nel ministero».
É pronto a vivere un momento così importante per la sua vita di cui la Chiesa ha voluto farle dono?
«Si accavallano pensieri, si affacciano dubbi, aumentano tensioni: sarebbe strano non mi trovassi in questo turbinio interiore ed esteriore proprio a qualche passo da una prostrazione a terra che sarà Comunione. Ecco: è la comunione dei santi che mi fa decentrare da cento sensi di inadeguatezza e mi fa entrare in mille dimensioni di prontezza. Sono pronto a diventare prete e a esserne fedele solo e soltanto per quella fede in un Dio che non smette di chiamarmi a conversione, nel grembo di una Comunità che mi è madre e maestra. Sì, sono pronto. Gioiosamente pronto nel dire il mio personalissimo “sì”».
(A cura di Michele Laddaga)
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