Domenica 19 settembre 2021 si celebra la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero, giunta quest’anno alla 33ª edizione e celebrata in tutte le 26 mila parrocchie italiane.
Quella in programma domani «non è solo una domenica di gratitudine per le loro vite donate al servizio del Vangelo – spiega don Giovanni Giove, incaricato diocesano per il Sovvenire – ma un’occasione di sensibilizzazione circa il loro sostentamento». L’iniziativa richiama l’attenzione delle comunità sulla missione dei sacerdoti, sulla loro opera e sulle offerte che sono dedicate al loro mantenimento.
Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese ed utilizzate dai fedeli, che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno. Da qui l’importanza di uno strumento che permette a ogni persona di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani e che rappresenta un segno di appartenenza e comunione. L’importanza di questa unione è sottolineata anche dal nuovo nome attribuito alle offerte che da Insieme ai sacerdoti diventano Uniti nel dono per mettere, ancor più, in evidenza il principio di reciprocità e condivisione che rende forti le comunità parrocchiali e il valore della comunità stretta intorno al proprio parroco.
«Ognuno doni secondo le proprie possibilità – aggiunge don Giovanni Giove – anche un piccolo importo, ma in tanti. Un piccolo gesto, se lo facciamo insieme diventa un grande aiuto per tutti i sacerdoti. Non rinunciamo a partecipare al loro sostentamento: siamo vicini ai nostri sacerdoti come loro lo sono a noi! Possiamo donare con i bollettini postali che troviamo in fondo alla chiesa o con altre modalità indicate nello stesso pieghevole. Ogni importo è deducibile dalla dichiarazione dei redditi. Questo piccolo gesto ci fa crescere come comunità, sempre più consapevole e partecipe».
(Articolo a cura di Michele Laddaga)