Quaresima. Ricchiuti: siate infaticabili seminatori di bene, bontà e amore

GIOVANNI RICCHIUTI
ARCIVESCOVO-VESCOVO

DI ALTAMUA – GRAVINA – ACQUAVIVA DELLE FONTI

INSTANCABILI SEMINATORI
DI SPERANZA E DI PACE
Messaggio
per la Quaresima 2022

Sorelle e fratelli carissimi,

sono di ritorno da Firenze, dove ho partecipato con alcuni Vescovi e Sindaci di diocesi e città che si affacciano sul Mediterraneo alla fase finale del 2° Convegno (il primo si tenne a Bari nel febbraio 2020), che ancora una volta ha avuto come punto di riferimento e motivo di dialogo il futuro umano e ambientale di questo mare davvero “nostro”. Un incontro all’insegna del dialogo e dell’ascolto, ma anche di proposte (sperando che dalle parole si passi ai fatti!), che facciano davvero pensare a come questa “via maris” possa diventare “via pacis”. Purtroppo, il pensiero e la preoccupazione di tutti erano rivolti alle drammatiche notizie e immagini che giungevano dall’Ucraina, invasa dai carri armati della Russia il 24 febbraio, per una guerra dagli sviluppi imprevedibili.

È giunta ai nostri orecchi, all’Angelus di questa mattina, la voce straziata di Papa Francesco, che ha invitato le diocesi del mondo a fare del mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo p.v., una Giornata di digiuno e di preghiera per la pace nel mondo e, in particolare, per chiedere al Signore che quei due popoli tornino ad incontrarsi in un abbraccio di fraternità e di pace.

Per questo motivo, invito ogni Comunità parrocchiale a fermarsi, dopo la Messa delle Ceneri, a pregare con l’Adorazione Eucaristica o con una Veglia di preghiera, perché – come ci ricorda il Signore – solo con il digiuno e la preghiera è possibile vincere il piano diabolico della violenza e della guerra.

Nel suo Messaggio per la Quaresima 2022, datato 11 novembre 2021, memoria di San Martino vescovo, Papa Francesco invita tutta la Chiesa e ogni battezzato a non stancarsi di fare il bene, ad essere tenaci e infaticabili seminatori di bene, di bontà e di amore, per essere poi certi di poter mietere in abbondanza. La semina, oggi altamente meccanizzata, un tempo richiedeva all’agricoltore fatica e sudore, tanto da far dire al salmista: “Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni” (Sal 126 [125], 5-6).

Se vogliamo ridare una spinta alla nostra vita cristiana, che avvertiamo un po’ stanca e affaticata, anche ripensando per un momento a questi due ultimi anni trascorsi alle prese con la pandemia da Covid-19, allora – risentendo le parole “Convertiti e credi al Vangelo”, nel momento in cui ci verranno imposte le ceneri sul capo – diremo al Signore il nostro impegno di pregare di più, di cambiare il modo di relazionarci con il prossimo e di non dimenticarci, con l’evangelica “elemosina”, dei poveri, dovunque essi vivano e soffrano.

Nelle Comunità ecclesiali saranno quaranta giorni nei quali, attraverso momenti particolari, ascolteremo con più attenzione la Parola di Dio (penso alla Lectio divina settimanale), parteciperemo con maggiore assiduità e frequenza, soprattutto la Domenica, alla celebrazione dell’Eucaristia, ci accosteremo al sacramento della Penitenza (il 25 marzo p.v., nella gioia dell’Annunciazione, vivremo le “24 ore per il Signore”) e daremo maggiore slancio alle opere di carità e di solidarietà, personalmente e collaborando con le/i volontarie/i delle Caritas parrocchiali.

Anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, facendosi voce di tutti noi Vescovi delle diocesi italiane, ha scritto e inviato l’11 febbraio u.s. un Messaggio quaresimale, ricordando che siamo sulla strada del Cammino sinodale, che richiede una triplice conversione: all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità: tre parole fondamentali per la vita della Chiesa e per ogni battezzato, perché se non c’è ascolto del Signore e del prossimo, se non c’è attenzione ai segni dei tempi e se impediamo allo Spirito Santo di agire con i suoi doni per cambiare cuori e menti, correremo il rischio di una fede che non ci cambia la vita, di una speranza che non ci fa profeti coraggiosi e di una carità che non ci rende “buoni samaritani”.

Sorelle e fratelli carissimi, “portare la semente da gettare” nei campi di questa nostra umanità, per tanti versi incapace di sussulti di coscienza di fronte alla guerra e alla violenza, alle ingiustizie sociali, alla devastazione di questa casa comune che è la terra e agli egoismi personali e comunitari, richiederà forza, pazienza e fiducia. “Chiediamo dunque a Dio – scrive Papa Francesco nel suo Messaggio – la paziente costanza dell’agricoltore (cfr Gc 5,7) per non desistere nel fare il bene, un passo alla volta […] non stanchiamoci di seminare il bene. Il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga, la carità feconda. Abbiamo la certezza nella fede che «se non desistiamo, a suo tempo mieteremo» (Gal 6, 9)”.

Affidiamo il nostro cammino quaresimale all’intercessione della Vergine Maria e dei nostri Santi Patroni, “affinché questo tempo di conversione porti frutti di salvezza eterna”.

Buona e santa Quaresima! Vi abbraccio e vi benedico.

 

Altamura, 27 febbraio 2022

 

+ Giovanni, vescovo

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