Mons. Giovanni Ricchiuti in Ucraina tra i 50 volontari in rappresentanza di 175 organizzazioni della società civile italiana.
Nella giornata di lunedì 29 agosto, ha fatto tappa a Mykolaiv – dove da tre mesi vivono i volontari italiani della Comunità Papa Giovanni XXIII – la terza carovana della pace della rete #Stopthewarnow: una iniziativa pacifica, pensata per portare vicinanza e sostegno concreto alla popolazione ucraina in guerra dal 24 febbraio scorso. Tra i partecipanti al cammino di pace, come detto, anche l’arcivescovo della diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti nonché presidente nazionale di Pax Christi, che si è detto disponibile, se ci dovesse essere la necessità, a portare in Italia malati bisognosi di assistenza e di cure.
«Rappresento Pax Christi – ha spiegato Mons. Giovanni Ricchiuti – ma porto anche il saluto di pace di tutti i presuli italiani. Un saluto di fraternità, di solidarietà di condivisione». «Non siamo lì per fare gli eroi – ha aggiunto – ma per dire che stiamo soffrendo con loro per questa situazione così grave, per una guerra folle, come l’ha definita Papa Francesco. Una guerra che dall’una e dall’altra parte sta mietendo numerose vittime. Siamo qui per continuare a dire, anche se sappiamo di essere voci nel deserto, che la guerra non è la soluzione dei conflitti».
La missione di pace ha preso il via ieri all’alba da Gorizia, con una lunga traversata dell’Europa orientale a bordo di furgoni e minivan carichi di generi di prima necessità. Dopo l’arrivo nella città portuale di Mykolaiv per la consegna di aiuti umanitari nei centri di accoglienza e l’incontro con associazioni locali, autorità civili e religiose della regione, il popolo di pace ha raggiunto Odessa, città bersaglio dei numerosi bombardamenti russi. «Diamo spazio – ha concluso Mons. Ricchiuti – a un dibattito in cui non sono le armi ad avere sempre la voce grossa, ma sono anche le aspirazioni di un mondo più pacificato. Il Papa e le voci che stanno tuonando anche fortemente contro questa guerra, purtroppo sono voci nel deserto e mi chiedo perché?».