Passione del Signore, Mons. Russo: «L’obbedienza si impara dal soffrire, dalla croce»

GIUSEPPE RUSSO
VESCOVO DI
ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI

OMELIA

Venerdì Santo – Passione del Signore
Concattedrale “Santa Maria Assunta” in Gravina in Puglia
18 aprile 2025

 

“Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì” (Eb 5,8)
Che obbedienza ha imparato Cristo?
In cosa è consistita la sua obbedienza?
L’adesione piena e totale al disegno del Padre, il disegno di salvezza per tutta l’umanità.
Questa adesione, Gesù, come uomo, l’ha maturata, l’ha ‘imparata’, l’ha appresa, l’ha ricevuta dalle cose che patì (lungo tutta la sua vita) e dalla croce in modo pieno e totale.

2 fuochi su cui fermarci

1 L’obbedienza si impara, si apprende, non si improvvisa. Gesù stesso ha dovuto impararla fino alla fine della vita, figuriamoci noi! Fino alla fine della nostra vita…
Cosa si oppone a questo apprendimento? Il nostro io.
Se io dicessi: “Oramai sono vescovo, sarò maturo, non ho più bisogno di imparare l’obbedienza!”, sarei stolto.
L’io, l’orgoglio ci convince che siamo (quasi) perfetti, che la ragione è dalla nostra parte, e così via.
E anche se ammettiamo, a volte, che sbagliamo (perché tutti sbagliano), poi in concreto andiamo per la nostra strada e in fondo riteniamo che siano gli altri a sbagliare. E a volte, l’orgoglio ci spinge a dire la verità, ma senza misericordia. Ed è tragico!

Conosco solo un modo per capire se sto sbagliando: pregare molto, pregare a lungo, pregare nel silenzio, parlare di meno e pregare di più e meglio. Per recuperare verità e umiltà. Che poi
sono la stessa cosa!

2 L’obbedienza si impara dal soffrire, dalla croce. Non è facile accogliere la sofferenza, specie quando questa ci è procurata (ingiustamente) dagli uomini (come è avvenuto a nostro Signore!).

Credo che il motivo principale per cui non riusciamo ad accogliere questa sofferenza non sia la naturale ritrosia, la repulsione di fronte a qualcosa che non riteniamo giusto (certo, anche
questo!).
Credo invece che in fondo la causa della nostra chiusura di fronte a questa sofferenza, e che quindi non ci permette di imparare un bel niente, sia di nuovo la mancanza di umiltà.

Gesù che lava i piedi ai discepoli mentre viene tradito e poi rinnegato, che si lascia catturare e umiliare fino alla morte e alla morte di croce, è maestro di amore, perché è maestro di umiltà!
Accogliamo, fratelli e sorelle, questa Parola di Dio infuocata di amore e di verità, accogliamola nel profondo del nostro cuore, con la nostra intelligenza umile, e lasciamola operare e fecondare nella nostra persona e nella nostra vita, nel nostro ministero e nella nostra testimonianza.

 

 

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