Omelia Messa Crismale 2015

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Omelia Messa Crismale 2015

“È COME OLIO PREZ/05011 (Sai 132, 2)

Omelia per la Messa Crismale Concattedrale di Gravina Mercoledì Sa nto, 1aprile 2015

 

“Ecco com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!” ( Sai 13 2, 1). Desidero dare inizio a questa omelia, sorelle e fratelli ca rissimi, nella cer­

tezza di condividere con tutti voi la bellezza e la dolcezza di questa suggestiva Celebrazione Eucaristica, nella quale tutto il Presbiterio si sente unito attorno all’altare – Vescovo, Presbiteri diocesa ni e religiosi, Diaconi permanenti, Semi­ naristi – anche con coloro che sono ma lati o impediti (non è più con noi il caris­ simo Mons. Giova nni Tritto, ritornato a lla casa di Dio-Padre a novembre 2014).

Giunga, poi, a voi – Religiose, operatori pastorali, membri di Associa zioni, di Confraternite e di Movimenti ecclesia li – il mio più affettuoso e cordia lissimo saluto. Grazie per essere venuti ad esprimere, con noi ministri ordinati,quel sa­ cerdozio comune, che fa di tutti noi il Popolo di Dio, chia mato ad a nnunzia re le meraviglie del Signore.

In ascolto della Parola

I nostri lettori hanno proclamato gli splendidi brani biblici, ta nte volte a­ scoltati, di questa straordinaria Concelebra zione della Messa Crismale, che a n­ cora una volta ci hanno idealmente trasportato nella sinagoga di Nazareth, per fissare i nostri occhi su quell’uomo che rileggeva la profezia di Isaia, riferendola con coraggio e con audacia alla sua persona. Era l”‘oggi” , atteso da secoli, che riapriva per la storia dell’uma nità una pagina nuova .

 

Risuonavano sulle labbra di Gesù di Nazareth parole dolcissime, che sa­ rebbero diventate annunci della “buona notizia” e gesti di tenerezza verso un’uma nità ferita e umiliata. Su quelle ferite Lui, il Messia, l’Unto e il Consa cra­ to da Dio, avrebbe versato l’olio della consola zione, perché i poveri e gli esclusi, i “prigionieri, gli af flitti e gli op pressi ” ritrovassero la gioia di vivere e di spera re. E anche i cuori, a pezzi e frantumati, avrebbero ricevuto da Lui il gesto premu­ roso di chi sa cura re e fasciare le piaghe.

Un giorno, quel Profeta avrebbe visto una donna, ferita e umiliata nella sua dignità, china rsi dava nti a Lui per ungerGli i piedi e, appena deposto da lla croce, altre donne avrebbero unto il Suo corpo, quasi anticipo del profumo e dello splendore della Risurrezione.

Tra qualche momento, questa Concattedrale, secola re e prezioso scrigno di fede, sarà inondata dal profumo degli Oli benedetti – l’Olio dei catecumeni, l’Olio degli infermi e il Crisma – perché la nostra Chiesa particolare, assemblea pasquale diocesana, si riscopra sempre di più come espressione sacra menta le della salvezza, attraverso la celebrazione dei sacramenti e il servizio ministeria­ le; per crescere nella consapevolezza e nell’identità, che accomuna tutti noi e ciascuno di noi, di Popolo di Dio in cammino nella storia, rinati come nuove creature nel Battesimo e confermati dallo Spirito Sa nto, perché – come a bbia­ mo ascoltato nella seconda lettura – “Gesù Cristo ha fatto di noi un regno e ci ha costituiti sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1, 5-8).

Questa è la Chiesa che noi desideriamo essere qui, in questo nostro terri­ torio, nelle nostre città, nelle nostre case, nei nostri condomini e lungo le no­ stre strade: innamorata di Cristo, suo Sposo, coraggiosa nelle parole che Lo an­ nuncia no e audace nei gesti che Lo rendono presente . Perché si diffonda dav­ vero il profumo di Cristo, a partire dalla nostra testimonia nza, per lascia rne la scia in ogni realtà di vita, in modo particolare là dove c’è bisogno di speranza, di forza e di fiducia.

Non sembri fuor di luogo, in questa assemblea liturgica, il riferimento al profumo della legalità (anche quest’anno, l’essenza del bergamotto, da mesco­ lare con l’olio per il Crisma, ci è stata donata dalla Diocesi sorella di Locri-Gerace, in Ca labria), in un momento particola rmente delicato, a nche per le no­ stre Comunità (a questo proposito, voglia mo pregare ancora per i sei giovani feriti dall’esplosione di una bomba carta, collocata davanti ad una sa la-giochi di Alta mura ).

Chiedia mo allo Spirito Sa nto di “suscitare in noi il gusto della consolazione del Signore, per poi riversarla sui fratelli e le sorelle che ne hanno estremo biso­ gno e presentiamoci a tutti come persone che si rallegrano nel Signore e che godono della sua consolazione” (C. M. MARTINI, Omelia della Messa Crismale, 16 a prile 1992).

Sì, lo voglio!

Prima di procedere alla benedizione degli oli, è consuetudine , ormai dal lonta no 1969, che voi, carissimi Presbiteri, davanti al popolo di Dio, qui rappre­ sentato da questa assemblea liturgica, rinnoviate il vostro impegno a servizio della Comunità cristia na. E le doma nde che vi porrò, tra qualche istante, non possono non risuonare per ciascuno di voi cariche di memoria del giorno della vostra Ordinazione presbiterale e di quanto avete vissuto sino ad oggi, con po­ chi mesi o molti a nni di ministero.

Sono innanzitutto e semplicemente a dirvi, anche a nome di tutta la Dio­ cesi: GRAZIE!

Per la fedeltà a Cristo e alla Chiesa, per l’ascolto che generosamente pre­ state al vostro Vescovo, per l’infatica bile servizio di guide e di Pastori delle Co­ munità a voi affidate.

Insieme a questi sentimenti di gratitudine, permettetemi, come vostro fra­ tello e padre, di richiamarvi la raccomandazione di Paolo al suo discepolo Timo­ teo: “Ti ricordo (àvaµtµvrioKw) di ravvivare (àvawnupETv) il dono (xàpwµa) di Dio, che è in te mediante l’imposizione (Ént8ÉoEwc;) delle mie mani” ( 2Tm 1, 6).

Siete messi in guardia, dunque, dall’essere “smemorati” , perché la perdita della memoria battesimale, voca ziona le e ministeriale comporta perdita di i­ dentità e di entusiasmo. E, se questo può essere accaduto o può accadere, siete invitati a soffia re forte, perché il fuoco che cova sotto la “cenere” si ravvivi e riscaldi il carisma di quel gesto, che tutti ricordate con commozione: le mani del Vescovo e dei Confratelli sulla vostra testa, nel giorno dell’Ordinazione presbi­ terale.

Mi raccomando: prendetevi cura, prima di tutto, della vostra umanità, co­ sì come stia mo riflettendo insieme nei Ritiri spiritua li mensili, lasciando spazio a quei sentimenti che vi rendono uomini veri tra gli uomini. Siate sempre ca paci di “gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange” , con parole e con gesti che non vi rendano estra nei a ciò che è uma no.

Prendetevi cura, poi, della vostra spiritualità, attingendo quotidia namen­ te, dalla fedeltà alla Parola di Dio, alla preghiera e al presiedere l’Eucaristia, come a fonti inesauribili di giovinezza spirituale, poiché (i più a nzia ni tra noi ri­ corda no le parole che il Sacerdote pronuncia va ai piedi dell’a ltare: Dio “/aetifi­ cat juventutem meam”) una autentica spiritualità presbitera le non fa invecchia­ re, ma rende sempre giovani! Una spiritualità, che vi renda molto vigila nti sulle scelte radicali che han fatto di ciascuno di voi discepoli a lla sequela di Cristo, lì dove il Signore ci ha invitato con dolcezza e con autorevolezza: dietro di Lui (òntow µou) ! Una spiritua lità della fraternità presbitera le, che vi porti a volervi bene tra di voi, a “gareggiare nello stimarvi a vicenda” .

Prendetevi cura, infine, del vostro essere Pastori, primi fra tutti, ma ultimi e servi di tutti coloro che vi sono affidati. Pastori buoni, ad immagine di Cristo, buon pastore: davanti al gregge, con coraggio e senza paure; in mezzo a l greg­ ge, per condividere e camminare insieme; alle spalle, per proteggerlo. Fratelli e padri, senza spadroneggiare: in ascolto, nella direzione spirituale, e sempre pronti a comprendere e a perdonare, in quella a rmonia che coniuga meraviglio­ samente misericordia e verità. Amate il popolo di Dio a voi affidato, educatelo, ma lasciatevi anche educare da quel dinamismo di condivisione e di correspon­ sabilità, che siete chiamati a promuovere nella Comunità.

In questo prendervi cura, avrà senso ancora una volta il vostro SÌ, LO VO­ GLIO, che pronuncerete tra qualche istante, e le vostre mani continueranno ad emana re il profumo del Crisma con cui sono state unte.

 

Conclusione

Sorelle e fratelli ca rissimi, continuiamo questa Celebra zione Euca ristica con la benedizione degli oli, che domani sera, nella Messa “In Coena Domini” – Messa nella quale, lavandoci i piedi gli uni gli altri, renderemo grazie al Signore per averci dato il Pane della vita e il Sacerdozio ministeria le – sara nno collocati sulla mensa euca ristica, perché la Chiesa continui a battezza re, a consacrare e a conforta re.

Affidiamoci con fiducia a Maria, Madre del Signore e della Chiesa, e ai Sa n­ ti Patroni della nostra Diocesi, perché la loro intercessione “è come lievito nel seno della Trinità, affinché la potenza, l’amore e la lealtà di Dio, si manifestino con maggiore chiarezza” ( Evangelii gaudium, 283).

 

Amen! Così sia !

+ Giovanni, vescovo

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