Quel che è accaduto in Piazza San Pietro domenica 27 di Aprile u.s., idealmente anche se non fisicamente eravamo tutti lì, è stato un evento ecclesiale che giustamente è stato definito ‘storico’: la canonizzazione di due Papi, San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II, indicati – per volontà di Papa Francesco – come splendidi esempi di santità nella bimillenaria storia della Chiesa.
Per quanti di noi, credenti o non credenti – personalmente sento la gioia di averli conosciuti ambedue, il primo da adolescente e il secondo nella maturità del mio ministero presbiterale – li han visti muoversi, parlare, celebrare o ne hanno letto le loro encicliche, contemplarli ora nell’aureo splendore della santità di Dio è sensazione ed emozione profonde.
Le vicende storiche, vocazionali e di responsabilità ecclesiale, fino alla loro elezione a pastori universali della Chiesa, ci hanno consegnato due uomini segnati da un amore intenso a Cristo e da una servizio infaticabile e coraggioso per la Chiesa, fino al momento della loro partenza da questo mondo nella sofferenza fisica, ma consegnati nelle mani di Dio da una Chiesa e da un mondo in lacrime, colme di preghiera e di speranza.
Papa Francesco, nell’omelia di quella domenica, ha colto nella vicenda di santità dei suoi due predecessori un legame che, pur nel rispetto di due personalità diverse, li ha accomunati come “…due uomini coraggiosi, pieni della parresìa (coraggio) dello Spirito Santo, [che] …hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia”.
San Giovanni XXIII, che ‘docile allo Spirito Santo’ convoca il Concilio Vaticano II per il rinnovamento della Chiesa, e San Giovanni Paolo II, che ha avuto uno straordinario ‘amore per la famiglia’, hanno dato della Chiesa un’immagine bella e giovane, amatissimi ambedue per un’umanità intensa, gioiosa e autentica, che li ha accompagnati sempre, da preti, da vescovi e da papi nella sequela di Cristo.
Quei due cerchi dorati, le due aureole appunto, intorno alla loro testa sono il segno prezioso della luce di santità del Signore e di quello che può la grazia di Dio nella nostra povera e fragile vita.
Dal 27 di Aprile 2014 noi cristiani, e tantissimi uomini e donne di buona volontà, possiamo contare su questi nostri due ‘amici e compagni di viaggio’, perché intercedano per la Chiesa e per il mondo, nella certezza che la loro intercessione, come “lievito nel seno della Trinità”, manifesti sempre di più l’amore di Dio per l’umanità.
Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, pregate per noi!
+ Giovanni, vescovo