XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno B Esempio Contagioso

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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno B Esempio Contagioso

XV    DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno B – Mc 6,7-13

ESEMPIO CONTAGIOSO

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno B

P. Donato Grilli OfmConv1

Un tema che lega le letture di questa domenica è quello della profezia, compito che appartiene a ogni battezzato, che svolge la sua missione profetica nelle piaghe della vita quotidiana, non occorre una competenza specifica se non, condizione essenziale, l’esperienza assidua e una familiarità con Dio; il profeta è un uomo libero, non asservito a nessun potere, senza cedimenti o compiacimenti nei confronti di chiunque.

Il profeta ha ascoltato gli insegnamenti di Gesù conducendo una vita comune, egli deve andare, senza essere attaccato a niente e nessuno, predicando la conversione e offrendo una proposta di senso, che è l’annuncio della buona notizia, non solo detta, ma anche vissuta. Non ci sono strategie o mezzi particolari, a sostenere questo cammino, l’unica condizione necessaria è la compagnia di Gesù e del fratello; obiettivo della missione è proporre la persona di Gesù e i suoi gesti di liberazione: il potere di guarire, ed esorcizzare, rivela la vicinanza di Gesù con il Padre, o ogni sofferenza umana. La lotta conto il male rende il discepolo non un maestro ma un testimone della verità, dell’amore e della libertà, costruttore di vita. Al discepolo è stato donato un compito, Ma non garantito il successo; il suo messaggio non mancherà di incontrare ripulse, irrisioni, persecuzioni o indifferenze, ma potrà suscitare in lui stesso sgomento, e solitudine. Si evince come ogni missione debba assumere la dimensione della Pasqua come prospettiva di senso e di lettura della storia e della propria vita.

«Dimmi, e io dimentico; mostrami e io ricordo; coinvolgimi e io imparo» diceva Benjamin Franklin; ed è il miglior insegnamento del Vangelo, Gesù invia i suoi discepoli perché con la loro testimonianza possano coinvolgere anche altri nella fede. Se c’è una lezione più efficace di ogni discorso è proprio la testimonianza, la vita, l’esempio di chi crede. Se questo vale nella scuola, nella famiglia, nella società in generale, vale molto di più nella vita cristiana. Noi dobbiamo essere gli umili ma convinti e convincenti testimoni della verità in cui crediamo. Se l’incontro con Cristo, se la fede in lui ci ha affascinato, deve essere naturale per noi far nascere anche negli altri, la gioia della fede; agli occhi di un ragazzo conta molto più ciò che fanno i genitori, di quello che dicono. Senza esempi niente si insegna o si impara, ed è proprio l’esempio che ci vien richiesto, una testimonianza chiara, autenticità; gli altri da noi vogliono quasi vedere e toccare il messaggio cristiano, realizzato concretamente nella nostra vita.

«Dio appare quel tanto che lo lasciamo trasparire. E’ inutile dimostrarlo, dobbiamo mostralo». (Maurice Zundel)

 

 

1 P. Donato Grilli è sacerdote e membro della comunità religiosa dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali di Spinazzola

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