NATALE 2015 – Mistero, incarnazione e compimento

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NATALE 2015 – Mistero, incarnazione e compimento

NATALE 2015

Mons. Venturino Lorusso, oblato benedettino

Mistero, incarnazione e compimento

La fede richiesta cristiana ha al centro il kerigma: la morte e resurrezione di Gesù Cristo. Tuttavia, non sarebbe stato possibile l’evento, se il Figlio di Dio non si fosse fatto uomo. Il Natale è punto di partenza del realizzarsi del disegno d’amore e di misericordia di Dio Padre. L’importanza viene richiamata dalla liturgia della Parola del Natale in ben tre formulari. Meditandoli, possiamo cogliere alcuni aspetti:

1. “Egli ha dato se stesso per noi” (Tit. 2,14) – Mistero di liberazione e di salvezza.
Dobbiamo credere nella salvezza, maturare il frutto interiore di libertà da tutto quello che ancora ci seduce. Il Figlio di Dio lascia racchiudere la sua natura divina in un piccolo corpo d’uomo. “Svuotò se stesso” (Fil.2,7).Ed é apparso tra noi in un angolo sperduto del mondo sposando la povertà. Così ha vissuto diversamente da quanto per un normale modo di pensare conviene al ruolo per dignità sociale e religiosa. Non possiamo fermarci alla nostra curiosità intellettuale.. Guardando l’uomo Gesù possiamo conoscere in che cosa consiste la nobiltà dell’essere umano.
Non nei beni o paludamenti con cui esibire se stessi, ma nell’immagine di Dio scolpita in noi. La sua venuta, mentre lo fa prigioniero dei nostri limiti, che insieme ad un uso folle della libertà, causano tante storture ed errori, ci ha liberati dal “peccato originale” e ha riportato alla luce la “grazia originale” con cui siamo usciti dalle mani di Dio. La nostra storia ha acquistato una visione ottimista. Il Figlio di Dio, ormai, è entrato a far parte delle nostre vicende terrene. Abbiamo bisogno di credere sul serio nella salvezza operato da Gesù, Figlio di Dio e di Maria Vergine, poiché “dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono” (MV 3)

2. “Ci ha salvati … per la sua misericordia” (Tit.3,5 – Le promesse giungono a compimento.
Con la nascita di Gesù tutte le parole di Dio si compiono, perché Egli è l’eterna Parola risuonata all’inizio della creazione e giunta tra noi nel “Verbo della vita” che abbiamo udito, visto, toccato (cfr. 1Gv.1,1ss). Infatti, “nella «pienezza del tempo» (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore” (MV 1).
In Gesù tutta la verità per saper vivere in questo mondo. A Natale è chiesto un atto di fede che trasformi la nostra vita in un gesto di adorazione per lasciarci conquistare dalla tenerezza di un Bambino , mistero senza fine di amore. Le nostre lacrime, il nostro dolore, la fame, la sete, la stanchezza, la desolazione nel Figlio di Dio che ha tutto assunto in se l’umanità, tranne il peccato, la nostra esistenza è stata consacrata si da rendere ogni nostro palpito quasi divino. “Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo,ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo” (GS 22).
Ora tocca a noi continuare a dare visibilità a questo grande Mistero. Convertiamoci all’evento celebrato con più consapevolezza della persona festeggiata, per non essere dis-tratti dalle troppe esteriorità.

3. “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” – Rivela all’uomo chi è l’uomo. Il Natale provoca una domanda seria: Chi è Dio? “Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Solo Lui è la vera immagine del Padre e ha rivelato il disegno di amore del Padre. Ma oltre ad aver rivelato chi è Dio, “rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso” (RH 10). Gesù sa cosa c’è nel cuore nostro e lo ha manifestato con il suo vivere e operare da uomo. È divenuto il vero centro di riferimento per il nostro pensare, giudicare, scegliere e agire.

I sentimenti, i ricordi, le emozioni natalizie sono cose buone, ma non dobbiamo mancare di compiere una profonda riflessione di fede, che ci aiuti ad entrare nel disegno di Dio conformandoci a Cristo per quanto è possibile.
“Il mistero di Cristo … mi obbliga a proclamare la misericordia quale amore misericordioso di Dio, rivelato nello stesso mistero di Cristo. Esso mi obbliga anche a richiamarmi a tale misericordia e ad implorarla in questa difficile, critica fase della storia della Chiesa e del mondo” (MV 11). Il Natale non è concluso con il 25 dicembre d’ogni anno, ma si gode ogni giorno per la fede nella sua Presenza promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt.28,20). Solo così ci poniamo alla sequela di Cristo se in ogni istante incarniamo Gesù.

Nel fare sintesi sul natale chiediamoci.

1. quale coscienza ho maturato circa il sacramento della confessione;

2. quale spazio occupa nella mia giornata la Parola di Dio;

3. sono misericordioso come Lui è misericordioso verso di me.

 

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