Il brano che ci presenta la liturgia di questa quinta domenica di Pasqua (Gv 15,1-8), è significativo, in quanto Gesù rivela la sua identità, chiarisce la sua relazione con il Padre ed esorta i discepoli. Con questa domenica siamo già alla fine del tempo pasquale e ci avviciniamo di più alle solennità del Signore, l’Ascensione, Pentecoste, Santissima Trinità, Corpus Domini … e la liturgia ha già superato i racconti della risurrezione passando ad uno stile di auto rivelazione del Signore Gesù.
La domenica scorsa, IV di Pasqua, Lui si è rivelato come il Buon Pastore; e in questa domenica come la vera vite. Molto eloquente quest’immagine della vite-vigna usata da Gesù, anche perché viene molto usata nell’Antico testamento ed è uno dei simboli preferiti per indicare il popolo eletto.
Gesù è la vera vite che dà la vita, egli è vigna fedele che ha corrisposto alle cure di Dio, producendo il vino eccellente della fedeltà all’Alleanza, Egli, Gesù, è la sorgente della piena rivelazione, il mediatore che muore per i suoi nella pienezza dell’amore. Il rapporto di Gesù con il Padre è così stretto che risulta difficile pensare a un distacco. Si percepisce quasi una necessità reciproca, la vite ha bisogno dell’agricoltore e per sua volta, l’agricoltore ha bisogno della vite. Per dire che con lo Spirito Santo sono strettamente legati, senza confusione e senza separazione. È una unione vissuta nell’amore e nell’obbedienza tra il Figlio e il Padre.
Il legame di amore che unisce Gesù al Padre fonda la comunione dei discepoli tra loro e di questi con Gesù. Ma l’allegoria non finisce qui. Gesù utilizza l’immagine della vite e dei tralci, legati ad essa, per evidenziare il legame tra Gesù e i discepoli, che traggono da lui la vita divina. Conosciamo bene il lavoro del vignaiuolo che di inverno taglia i rami infruttuosi ed inutili e in primavera li pota perché siano più vigorosi. Questa immagine della potatura allude all’azione di Dio. Il ramo da rimuovere si riferisce al discepolo che non è in Cristo Gesù e quindi non porta frutto. La condizione per portare frutto dipende dall’inserzione nel ceppo, vuol dire che dipende dall’unione personale e vitale con Gesù. Dunque, si è fecondo o sterile nella misura in cui il discepolo vive in unità al suo Signore.
Nella vita spirituale esiste una “legge fondamentale” che il brano di Giovanni sottolinea nel quinto versetto: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). Rimanere in Cristo per portare frutto, questa è la legge. È chiarissima la conclusione chi rimane in Gesù produce frutti di vita, chi si stacca inaridisce e muore. Cristo Gesù è l’unico Signore e centro della vita dell’uomo; la non-unione con lui è destinata ad una radicale sterilità. Come non è possibile una esistenza umana senza riferimento a Dio e al trascendente, così non è possibile una autentica vita cristiana senza un suo radicamento nella fede in Gesù e una obbedienza alla sua Parola.
Il discepolo e la comunità cristiana che, rimanendo legata al Signore, osserva la sua Parola, otterrà un altro frutto salutare: ogni preghiera verrà accolta proprio in forza dell’intima comunione di vita tra Cristo ed i suoi.
1 Padre Renato de Souza è sacerdote e membro della comunità religiosa dei Discepoli di Gesù Eucaristico.
Questo sito utilizza i cookies anche di terze parti per fornire la migliore esperienza, conforme ai tuoi gusti personali. Se prosegui la navigazione acconsenti a tale uso.AccettoInformativa
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
Comunicato Assemblea Diocesana
26 Aprile 2015VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno B La vera Gioia
10 Maggio 2015V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno B I frutti del discepolo
V Domenica di Pasqua anno B – Giovanni 15, 1-8
I FRUTTI DEL DISCEPOLO
P. Renato de Souza,dje1
Il brano che ci presenta la liturgia di questa quinta domenica di Pasqua (Gv 15,1-8), è significativo, in quanto Gesù rivela la sua identità, chiarisce la sua relazione con il Padre ed esorta i discepoli. Con questa domenica siamo già alla fine del tempo pasquale e ci avviciniamo di più alle solennità del Signore, l’Ascensione, Pentecoste, Santissima Trinità, Corpus Domini … e la liturgia ha già superato i racconti della risurrezione passando ad uno stile di auto rivelazione del Signore Gesù.
La domenica scorsa, IV di Pasqua, Lui si è rivelato come il Buon Pastore; e in questa domenica come la vera vite. Molto eloquente quest’immagine della vite-vigna usata da Gesù, anche perché viene molto usata nell’Antico testamento ed è uno dei simboli preferiti per indicare il popolo eletto.
Gesù è la vera vite che dà la vita, egli è vigna fedele che ha corrisposto alle cure di Dio, producendo il vino eccellente della fedeltà all’Alleanza, Egli, Gesù, è la sorgente della piena rivelazione, il mediatore che muore per i suoi nella pienezza dell’amore. Il rapporto di Gesù con il Padre è così stretto che risulta difficile pensare a un distacco. Si percepisce quasi una necessità reciproca, la vite ha bisogno dell’agricoltore e per sua volta, l’agricoltore ha bisogno della vite. Per dire che con lo Spirito Santo sono strettamente legati, senza confusione e senza separazione. È una unione vissuta nell’amore e nell’obbedienza tra il Figlio e il Padre.
Il legame di amore che unisce Gesù al Padre fonda la comunione dei discepoli tra loro e di questi con Gesù. Ma l’allegoria non finisce qui. Gesù utilizza l’immagine della vite e dei tralci, legati ad essa, per evidenziare il legame tra Gesù e i discepoli, che traggono da lui la vita divina. Conosciamo bene il lavoro del vignaiuolo che di inverno taglia i rami infruttuosi ed inutili e in primavera li pota perché siano più vigorosi. Questa immagine della potatura allude all’azione di Dio. Il ramo da rimuovere si riferisce al discepolo che non è in Cristo Gesù e quindi non porta frutto. La condizione per portare frutto dipende dall’inserzione nel ceppo, vuol dire che dipende dall’unione personale e vitale con Gesù. Dunque, si è fecondo o sterile nella misura in cui il discepolo vive in unità al suo Signore.
Nella vita spirituale esiste una “legge fondamentale” che il brano di Giovanni sottolinea nel quinto versetto: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). Rimanere in Cristo per portare frutto, questa è la legge. È chiarissima la conclusione chi rimane in Gesù produce frutti di vita, chi si stacca inaridisce e muore. Cristo Gesù è l’unico Signore e centro della vita dell’uomo; la non-unione con lui è destinata ad una radicale sterilità. Come non è possibile una esistenza umana senza riferimento a Dio e al trascendente, così non è possibile una autentica vita cristiana senza un suo radicamento nella fede in Gesù e una obbedienza alla sua Parola.
Il discepolo e la comunità cristiana che, rimanendo legata al Signore, osserva la sua Parola, otterrà un altro frutto salutare: ogni preghiera verrà accolta proprio in forza dell’intima comunione di vita tra Cristo ed i suoi.
1 Padre Renato de Souza è sacerdote e membro della comunità religiosa dei Discepoli di Gesù Eucaristico.
Share this:
Correlati
Related posts
SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO A)
Read more
V DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)
Read more
CHIESA REDENTA DAL SUO AMORE!. II Domenica di Pasqua
Read more