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Stillate o cieli dall’alto – Messaggio per il Natale

STILLATE, O CIELI, DALL’ALTO,
E LE NUBI PIOVANO IL GIUSTO!” (Is 45, 8)
Messaggio di Mons. Arcivescovo
per il Santo Natale 2014

Sorelle e fratelli carissimi,

giungano a tutti voi, presbiteri, diaconi, seminaristi, religiose, religiosi e fedeli laici delle Comunità tutte, alle donne e agli uomini di buona volontà i miei più affettuosi auguri di Natale, festa che vivo con voi per la prima volta dal mio ingresso in Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.

È il mio Messaggio natalizio fatto, spero, di semplici riflessioni e di parole che giungano soprattutto al cuore di ciascuno di voi, per dialogare su questo evento di festa, che risveglia in noi, cristiani, suggestioni, emozioni e sentimenti davvero singolari e non facilmente ripetibili in altri momenti, pur importanti, della vita cristiana.

Non è certo così facile separare il veroNatale da quelle variegate rappresentazioni natalizie che sono un vero e propriofalso, il Natale contraffatto, che naufraga inesorabilmente, anche se in buona fede, in sentimentalismi di bontà e commozioni passeggere, che evaporano senza lasciare traccia alcuna nella propria vita di fede.

Ed è un pericolo che, come Chiesa, possiamo correre anche noi, se non siamo vigilanti nel custodire, vivere e trasmettere la verità e la bellezza della Natività del Signore, così come le abbiamo ricevute dalla Parola di Dio.

Già da qualche settimana, infatti, stiamo percorrendo il cammino liturgico dell’Avvento e, a cominciare da oggi e per nove giorni, le nostre chiese risuoneranno dei canti dell’attesa, per far memoria, il 25 di dicembre, dell’Incarnazione del Figlio di Dio, Bambino nato per noi, Figlio che ci è stato donato (Is 6).

A Betlemme, la Casa del Pane, nel concepimento verginale di Maria, Dio-Padre impastava la divinità del Suo Figlio con l’umanità delle Sue creature, per diffondere la fragranza di un Pane che avrebbe sfamato tutta l’umanità e ricolmato ogni desiderio e ogni attesa.

Il profeta Isaia s’era fatto voce più volte, nel suo libro, di un’attesa e di una speranza coltivate da secoli nella vita del popolo d’Israele: vedere il Signore-Dio con il Suo popolo ed essere da Lui consolato e incoraggiato. E, alzando gli occhi a scrutare il cielo, come quando lo si scruta nei giorni torridi e nei campi assetati in attesa della pioggia, invoca, con le parole struggenti, il prodigio di una rugiada benefica sulla terra, perché le nubi si aprissero, per lasciar cadere una pioggia fecondatrice di giustizia.

Come non ritrovarci anche noi, oggi, sovrastati – per tante situazioni – da un cielo verso il quale non alziamo più i nostri occhi e viandanti sbandati e assetati in un deserto arido e senz’acqua, nell’invocazione di Isaia?

Il cielo vuoto su di noi e la terra arida sotto i nostri piedi, sorelle e fratelli carissimi, non rimarranno tali se, con umiltà gioiosa, torneremo a credere che Dio si è fatto uomo (homo factus est!) e che in Gesù, Dio-con-noi, non potrà non rifiorire il deserto.

Tramontino nei cuori e nelle menti, una volta per tutte, rassegnazione e disincanto! Seminiamo speranza, amiamo con intensità, impegniamoci, come ha fatto Gesù, in umanità e mettiamo passi di fraternità, di pace, di perdono, di accoglienza e di tenerezza.

AccogliamoLo pure, Gesù-Bambino, nei bellissimi e suggestivi presepi allestiti nelle nostre chiese, case, piazze, scuole, ospedali, fabbriche e nelle commoventi liturgie natalizie…

Mi perviene, mentre sto scrivendo, la tragica notizia del massacro in una scuola pakistana di 140 bambini, nuova e orrenda strage degli innocenti’, e, insieme a tutti voi, con turbamento, ho ricordato, con le parole della Sacra Scrittura: Fino a quando, Signore…? (Ab 1, 2); ma, allo stesso tempo, la risposta del Signore: Scrivi la visione… parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà (Ab 2, 2-3).

Con questa speranza, riprendiamo, carissimi amici, il nostro cammino incontro al Signore, che viene incontro a noi, perché ci prenda per mano e ci presenti davanti a Colui che vedremo per sempre faccia a faccia.

Un grande abbraccio e un grande augurio, anche per il nuovo anno 2015!

Altamura, 16 dicembre 2014, Inizio della Novena del Natale

+ Giovanni, vescovo

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