L’uomo è ciò che sceglie. Spesso abbiamo sentito questa frase. Forse, in modo un po’ diverso ma non meno radicale, oggi Gesù ce lo dice nel Vangelo. Tutta la nostra vita è una scelta, un discernimento. Discernere significa “tagliare”, cioè dire a qualcosa sì e a qualcos’altro no. Significa non tenere due piedi in una scarpa. Significa decidere chi vogliamo davvero essere.
Scegliere può voler dire decidere di appartenere a “mammona”, cioè a tutto quello che può farci stare bene e in relax, può farci comprare e avere tutto ciò di cui abbiamo bisogno e anche oltre. Una vita tranquilla pensando ai fatti nostri.
Scegliere può voler dire decidere di servire Dio, con tutte le scomodità e l’impegno che questo comporta. Ma cosa potrebbe portarci a decidere per Dio? In effetti, chi di noi vorrebbe avere problemi? Chi di noi non vorrebbe vivere tranquillo curandosi dei fatti propri per tutti i suoi giorni?
Poi, però, ti guardi intorno, e ti accorgi che tutta questa pace e tranquillità forse non c’è. Il regno dell’uomo ci chiede di essere rapaci e avari, di ossessionarci così tanto per il futuro…che dimentichiamo di stare nel presente.
Gesù non è uno sprovveduto. Lui sa che è necessario faticare per guadagnarsi da vivere; lui conosce la stanchezza del lavoro e la preoccupazione di portare il pane a casa per sfamare la propria famiglia. Ma un conto è preoccuparsi del necessario, un altro è vivere nell’ossessione del possesso materiale.
E allora ci invita ad alzare lo sguardo, e ad ammirare la natura, il lavoro perfetto di un Padre amorevole e provvidente che mai smette di pensare ai suoi figli. Le povertà del mondo non sono colpa di Dio, ma dell’avarizia e della mania possessiva dell’uomo, il quale ritiene a volte di provvedere a se stesso facendo mancare il necessario agli altri.
Sia dunque questa domenica, che ci prepara all’ormai vicinissimo digiuno quaresimale, una provocazione personale sul nostro rapporto coi beni materiali. La persona umana è infinitamente più importante di un bene!
Sia questa Parola un aiuto nella nostra scelta quotidiana di vita, consapevoli che Dio non ci dimentica mai (I Lett.), e rimane costantemente affianco a noi per guidarci nelle decisioni giuste (II Lett.).
Cerchiamo il Regno di Dio, la sua presenza che si manifesta tra noi nel fratello della porta accanto (Vang.)…e vivremo tutto il resto nella pace…quella vera!
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VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
13 Febbraio 2017I DOMENICA DI QUARESIMA
8 Marzo 2017VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
L’uomo è ciò che sceglie
don Donato Goffredo
L’uomo è ciò che sceglie. Spesso abbiamo sentito questa frase. Forse, in modo un po’ diverso ma non meno radicale, oggi Gesù ce lo dice nel Vangelo. Tutta la nostra vita è una scelta, un discernimento. Discernere significa “tagliare”, cioè dire a qualcosa sì e a qualcos’altro no. Significa non tenere due piedi in una scarpa. Significa decidere chi vogliamo davvero essere.
Scegliere può voler dire decidere di appartenere a “mammona”, cioè a tutto quello che può farci stare bene e in relax, può farci comprare e avere tutto ciò di cui abbiamo bisogno e anche oltre. Una vita tranquilla pensando ai fatti nostri.
Scegliere può voler dire decidere di servire Dio, con tutte le scomodità e l’impegno che questo comporta. Ma cosa potrebbe portarci a decidere per Dio? In effetti, chi di noi vorrebbe avere problemi? Chi di noi non vorrebbe vivere tranquillo curandosi dei fatti propri per tutti i suoi giorni?
Poi, però, ti guardi intorno, e ti accorgi che tutta questa pace e tranquillità forse non c’è. Il regno dell’uomo ci chiede di essere rapaci e avari, di ossessionarci così tanto per il futuro…che dimentichiamo di stare nel presente.
Gesù non è uno sprovveduto. Lui sa che è necessario faticare per guadagnarsi da vivere; lui conosce la stanchezza del lavoro e la preoccupazione di portare il pane a casa per sfamare la propria famiglia. Ma un conto è preoccuparsi del necessario, un altro è vivere nell’ossessione del possesso materiale.
E allora ci invita ad alzare lo sguardo, e ad ammirare la natura, il lavoro perfetto di un Padre amorevole e provvidente che mai smette di pensare ai suoi figli. Le povertà del mondo non sono colpa di Dio, ma dell’avarizia e della mania possessiva dell’uomo, il quale ritiene a volte di provvedere a se stesso facendo mancare il necessario agli altri.
Sia dunque questa domenica, che ci prepara all’ormai vicinissimo digiuno quaresimale, una provocazione personale sul nostro rapporto coi beni materiali. La persona umana è infinitamente più importante di un bene!
Sia questa Parola un aiuto nella nostra scelta quotidiana di vita, consapevoli che Dio non ci dimentica mai (I Lett.), e rimane costantemente affianco a noi per guidarci nelle decisioni giuste (II Lett.).
Cerchiamo il Regno di Dio, la sua presenza che si manifesta tra noi nel fratello della porta accanto (Vang.)…e vivremo tutto il resto nella pace…quella vera!
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