VIVERE, FORMARSI, TESTIMONIARE…
Messaggio di Mons. Arcivescovo
per la Quaresima 2014
Sorelle e fratelli carissimi,
ho pensato di scrivervi questa mia lettera nell’imminenza del Mercoledì delle Ceneri, 5 marzo p.v., giorno in cui, in comunione con tutta la Chiesa, diamo inizio al periodo, bellissimo e suggestivo, quaresimale e ci incamminiamo verso la Pasqua di Cristo e nostra.
Con una originale immagine, l’indimenticato don Tonino Bello scriveva che la Quaresima incominciava “dalla testa”, alludendo alle ceneri imposte sul nostro capo, e terminava “ai piedi”, con il gesto della lavanda la sera del Giovedì Santo.
Un itinerario, dunque, quello quaresimale, che deve abbracciare e coinvolgere tutta la nostra persona per una conversione del cuore e della mente, attraverso la preghiera, il digiuno e la carità.
Una prima riflessione la traggo dal Messaggio quaresimale di Papa Francesco che, richiamando un passo della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi, ci offre come icona e punto di riferimento il Signore Gesù che, donandosi a noi, Lui ricco, si fece povero perché noi, veramente poveri, ci arricchissimo della sua grazia.
“La povertà di Cristo – scrive Papa Francesco – che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, … La ricchezza di Gesù è il suo essere Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di questo Messia povero”.
Questi quaranta giorni, prima della Pasqua, devono svelare il volto di una Chiesa povera, perché capace di farsi carico, a immagine del suo Signore, “delle gioie e dei dolori, delle angosce e delle speranze” di questa nostra umanità, attraverso gesti e parole che sappiano raccontare la sua incrollabile fiducia nella presenza di Gesù, che davvero la rende ricca con la sua grazia.
La nostra Chiesa diocesana, cari fratelli e sorelle, sta vivendo quest’anno pastorale, impegnandosi “a vivere la carità, a formarsi alla carità e a testimoniare la carità”!
Davvero un bel programma per la nostra Quaresima, quella che vivremo in modo personale ma, in particolare, nelle Comunità parrocchiali, nei Movimenti e nelle Associazioni ecclesiali.
Vivere la carità: per una esistenza cristiana intimamente legata a Cristo e che, dall’ascolto della sua Parola e dal nutrirsi di Lui, pane di vita, attinge, come da una sorgente, la forza e la bellezza dell’amore.
Vi invito a riscoprire in questi giorni quaresimali la necessità della preghiera personale e comunitaria; a leggere e a meditare la Sacra Scrittura; a partecipare con maggiore assiduità all’Eucaristia domenicale e, ove possibile, a quella feriale; a non temere di rientrare in sé stessi, per l’esperienza sacramentale della conversione e della misericordia del Signore.
Formarsi alla carità: per una comprensione sempre più profonda del dinamismo dell’amore nella nostra vita di credenti e nella responsabilità che il Signore ci ha affidato.
Una vita cristiana non può che essere un quotidiano ‘allenamento’ all’accoglienza generosa e fiduciosa dell’ “amatevi come io vi ho amati”, da cui scaturisce la visibilità della nostra fede attraverso la carità e il nostro farci riconoscere, prima di ogni altro segno, dal modo con cui ci amiamo.
Perché non cercare, in questo tempo quaresimale, segni e gesti di accoglienza, parole di pace e di perdono, umiltà nel chiedere scusa, ripresa di relazioni fraterne attraverso un dialogo, una visita, una passeggiata, una chiamata telefonica?
Testimoniare la carità: perché, come scrive nel suo messaggio Papa Francesco, “…questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico …; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà”.
Davanti ai nostri occhi, e purtroppo nelle esperienze personali o familiari, scorrono volti di persone e di amici che, ogni giorno, raccontano sofferenze e povertà derivanti, in questo nostro tempo, dai mali sociali che ci stanno davvero affliggendo.
Sto constatando di persona, in questi due mesi da quando sono in mezzo a voi, le tante povertà presenti sul nostro territorio e le altrettante numerose iniziative operanti nelle nostre Comunità parrocchiali, per alleviare sofferenze e difficoltà.
Dai centri di ascolto alle mense, dalla distribuzione dei generi alimentari di prima necessità al pagamento delle bollette di luce, acqua e riscaldamento; dal dopo-scuola per i ragazzi che ne necessitano al volontariato per i diversamente abili e per gli anziani.
Sento di dover dire un grande grazie ai parroci, agli operatori caritas, ai tanti volontari che, nella diocesi e nelle parrocchie, dedicano tempo per le attività caritative, e alla generosità, abitualmente semplice e discreta, di quanti contribuiscono a venire incontro a questi numerosi interventi caritativi.
Incamminiamoci, dunque, sorelle e fratelli, verso la Pasqua, perché, attraverso i giorni quaresimali, possiamo sperimentare la gioia di rinunciare a noi stessi per incontrare il Signore, ascoltare la sua Parola e metterci dietro di Lui per seguirLo sulle strade della carità.
Buona e santa Quaresima!
Vi abbraccio e vi benedico.
Altamura, 2 marzo 2014
+ Giovanni, vescovo